La televisione come specchio, per nulla banale e semplicistico, della società, osservatorio dei mutamenti del Paese e mezzo di formazione politica per molti italiani. A partire dal suo ultimo libro, “Televisione”, appunto, il direttore di Rai4 Carlo Freccero, ospite ieri della trasmissione di approfondimento di Rtp “Oltre il tg”, è stato protagonista di un’appassionante conversazione con il giornalista Rosario Pasciuto e Anna Mallamo, responsabile cultura e spettacolo di Gazzetta del Sud. Uno tra i principali esperti internazionali di televisione e comunicazione, autore di programmi che hanno fatto la storia del costume del Paese, senza mai tralasciare uno spazio da dedicare alla riflessione critica su quello che accade, confluita anche nel volume, Freccero ha parlato di politica a partire dalla recente campagna elettorale, ricordando inoltre alcuni personaggi con cui negli anni ha lavorato: da Fabio Fazio, capace, destrutturando i contenitori tradizionali, di creare programmi che con leggerezza e ironia, danno voce al comune sentire, a Michele Santoro, di recente protagonista dell’ennesimo duello televisivo con Silvio Berlusconi, proponendo una riflessione a partire dalla tv pedagogica alla commerciale, da quella della maggioranza che asseconda il pubblico alla tv di oggi, che invece ha diversi target di riferimento. «Il volume sembra essere un saggio di filosofia politica ma non soltanto poiché ha la capacità di indagare i mutamenti della società. La televisione – ha sottolineato Anna Mallamo – per milioni di italiani è anche l’unico mezzo di formazione politica». E parlando di politica il riferimento alle ultime elezioni è stato d’obbligo, «il vincitore – ha detto Freccero – è stato certamente Beppe Grillo, che ha puntato sul web costruendo una narrazione di contro-informazione, e poi sulle tv locali, per quel pubblico più anziano che non ha dimestichezza con Internet, unendo così fasce lontane di popolazione. Mario Monti, che ha invece una competenza economica, si è trovato fuori posto». Inevitabile poi una riflessione sul servizio pubblico che, come ha ricordato Anna Mallamo, citando il volume di Freccero, «dovrebbe riuscire nella missione di educare, divertire, informare», «perché la nuova televisione –ha spiegato il direttore di Rai4 – deve passare attraverso una buona informazione, per decifrare la nostra epoca, anche attraverso una fiction moderna e un tipo di intrattenimento sempre aggiornati alla contemporaneità». Dal nazionale al locale: «L’avvento del digitale – ha invece domandato Rosario Pasciuto – può essere letale per una piccola televisione?». Per Freccero «è importante restare legati al locale, senza scimmiottare la tv generalista ma esaltando i temi del territorio, raccontando in modo aperto quello che avviene». Carlo Freccero è a Messina per partecipare a diversi momenti di approfondimento sui mass media, coordinati dal giornalista Fabio Longo, organizzati dall’Università e dall’Ersu, col patrocinio della presidenza della Provincia, realizzati in collaborazione col campus del Taormina Film Fest e l’associazione universitaria Atreju, che hanno preso il via ieri, con una lezione sulla teoria dei media applicata alla recente campagna elettorale, introdotta dal prof. Dario Tomasello. Oggi invece alle 10.30, nell’aula magna del dipartimento di Scienze Cognitive della Formazione e degli Studi Culturali, si concentrerà su “Come si fa un programma di successo”, con introduzione del prof. Pietro Perconti.