Un cammino che racchiude fatica, speranza, bellezza, fede: la processione della Madonna delle Grazie a Giampilieri superiore è molto più di un atto devozionale che si rinnova: a piedi scalzi, in silenzio, pregando, i passi mossi da ognuno degli abitanti della vallata lungo quei 330 scalini che portano al piccolo santuario in cima, sono un atto di rinascita, il bisogno dei figli di ricongiungersi alla madre, che veglia su di loro anche nelle ore più buie.
Dalla nicchia dove è collocato alla sistemazione sulla vara, il rituale di preparazione del simulacro realizzato da Gregorio Zappalà nel 1902, è l’essenza stessa della comunità del villaggio. C’è Caterina che porge il telo ricamato per avvolgere la statua, che non può essere toccata a mani nude; c’è Emanuele nipote del compianto Turi Bello storico campanaro, che dopo 47 anni per la prima volta con i suoi rintocchi richiama i fedeli alla processione; c’è Filippo che coordina l’incoronazione e la vestizione, con il mantello in velluto blu petrolio adornato con i tanti ex voto in oro. E poi c’è Giuseppe capovara, da mezzo secolo dietro Maria: lui è il padre di Simone Neri, sottocapo della Marina morto nell’alluvione del 2009 per salvare un bambino. Anche per lui che era fra i portatori, papà Giuseppe ogni anno è lì a gridare il suo viva Maria!
Alle 20,45 puntuale la partenza dopo la preghiera comunitaria: la discesa avviene senza soste, la fatica è scolpita sui volti dei 50 portatori che si incoraggiano a vicenda e devono coordinarsi fino all’arrivo al ponte; il simulacro pesa 800 chili. Suggestivo l’arrivo della processione nella chiesa madre sotto lo sguardo commosso di tutti. Una festa di popolo, che richiama anche tanti giovani, un prodigio che si rinnova in una calda ma limpida sera di luglio. Guardando la vallata di Giampilieri dalla cima del piccolo santuario, sembra quasi impossibile che 16 anni fa morte e distruzione siano arrivate fin lì; ma lo sguardo compassionevole della Vergine oggi come allora incoraggia i suoi figli a non fermarsi, perché dalla morte rinasce la vita. E il cammino prosegue senza sosta
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