
Assolto «perché il fatto non sussiste» e rimesso in libertà. Cadono le accuse di violenza sessuale e corruzione di minorenne aggravate nei confronti di un cinquantacinquenne, stando a quanto deciso dalla Seconda sezione penale della Corte d’appello di Messina, che ha ribaltato tutto, cancellando i 16 anni e 6 mesi di reclusione inflitti dalla Prima sezione penale del Tribunale (presidente Adriana Sciglio, giudici Arianna Raffa e Concetta Maccarrone). Prevalenti (e vincenti), quindi, le tesi difensive, affidate agli avvocati Isabella Barone, Francesco Cardone e Francesco Albanese.
Gravissime le imputazioni formulate dalla Procura e dalle quali adesso l’uomo è stato scagionato: per l’accusa, avrebbe abusato delle condizioni di inferiorità fisica e psichica di una bambina, figlia della compagna, costringendola «a subire atti sessuali», nei momenti in cui «la madre della minore era momentaneamente assente».
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