
È un “unicum”, almeno in Italia. La “Relazione Iropi” riguardante il Ponte sullo Stretto, approvata a inizio aprile dal Consiglio dei ministri e trasmessa alla Commissione europea, è diventata il crocevia fondamentale per il prosieguo dell’iter relativo alla fase esecutiva del progetto. Ed è di estremo interesse la riflessione, molto obiettiva, dell’esperto di Diritto dei contratti pubblici, Giuseppe De Carlo, già consulente del ministero dei Trasporti, oltre che titolare di un blog sul “Giornale” di Milano.
«Tra interesse pubblico, vincoli ambientali e discrezionalità tecnica, la relazione Iropi approvata dal Governo apre un nuovo fronte giuridico sul più discusso progetto infrastrutturale del Paese. Nell’intrico di norme nazionali e direttive europee, il Ponte sullo Stretto di Messina torna al centro del dibattito non solo come sfida ingegneristica o oggetto di visioni contrapposte sullo sviluppo del Mezzogiorno, ma anche come caso giuridico emblematico di deroga ambientale fondata su “ragioni imperative di interesse pubblico prevalente”». E questo è il primo punto: «L’approvazione della Relazione Iropi – sostiene l’esperto – rappresenta non solo un avanzamento procedurale verso la realizzazione del Ponte sullo Stretto, ma costituisce anche una vera e propria svolta giuridica nell’applicazione degli istituti di diritto ambientale europeo in ambito infrastrutturale».
L'articolo completo è disponibile sull'edizione cartacea e digitale

Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Caricamento commenti
Commenta la notizia