Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

"Sara vive". Il grido del fratello Claudio a un mese dal femminicidio di Messina. "Chiediamo pene certe e il carcere a vita"

Con dolore e rabbia la famiglia Campanella ha lanciato un appello alle istituzioni: "Basta sottovalutare la violenza sulle donne. Servono leggi nuove, chiare, dure contro crimini empi e scellerati"

Sara Campanella era una ragazza piena di luce, di sogni, di amore per la vita. L’ha uccisa un collega universitario che la perseguitava. La sua vita è stata spezzata da una mano violenta, ma i suoi sogni, il suo spirito e il suo esempio continuano a vivere, forti più che mai e, oggi, a distanza di un mese dal femminicidio di Messina, il fratello Claudio, con accanto la mamma e il papà, ha voluto raccontarli prendendo spunto da una lettera che Sara aveva scritto a un’amica nel giorno del suo compleanno. Parole che sono un testamento dell'anima, in cui si percepisce tutto ciò che la giovane era: la sua vitalità, la sua determinazione, la sua forza d’animo e il coraggio di credere in se stessa.

Sara parlava di vita, di amore per sé e per gli altri, del diritto di esprimere le proprie emozioni senza paura.

La lettera - fa capire il fratello Claudio - non era solo l'augurio per il compleanno di un’amica: era la sintesi della sua esistenza. È l’eredità che ci lascia, un inno alla vita, alla libertà e al rispetto.

"In un mondo dove il patriarcato continua a soffocare le libertà e le scelte delle donne, Sara si imponeva con dolcezza e fermezza, con sensibilità e forza. Con il suo esempio ci chiede — e ci impone — di amarci di più, di rispettarci, di stare accanto a chi è fragile" dice Claudio.

"Sara - continua il fratello - amava dire: la donna è libertà. Ed è questa libertà, la sua, che dobbiamo custodire come un faro. Sara era tutto questo: una ragazza gentile e determinata, rispettosa, sorridente, figlia di una famiglia che le ha insegnato il valore del sacrificio e dell’umiltà. Studiava con passione, affrontava ogni difficoltà con grinta e dignità. Aveva già in mente le vacanze estive con le sue amiche, aveva sogni grandi e un cuore ancora più grande. Amava il mare, gli animali, la vita. Credeva nella bontà delle persone, senza immaginare che il male potesse nascondersi dietro sembianze comuni, in volti che non avevano nulla di umano.

"Oggi - continua Claudio - con dolore e rabbia, lanciamo un appello alle istituzioni: basta sottovalutare la violenza sulle donne. Servono leggi nuove, chiare, dure contro crimini empi e scellerati, leggi ad hoc per i femminicidi. Chiediamo pene certe e il carcere a vita per chi si macchia di femminicidio. E non basta. Serve un cambiamento culturale radicale, che parta dalla politica, dalla società tutta.

Noi, famiglia di Sara, promettiamo che i suoi sogni non andranno persi. Li assembleremo come un puzzle, pezzo per pezzo. Saremo la sua voce, forte, instancabile, in nome della giustizia".

Claudio ha, infine, ringraziato chi è stato accanto alla famiglia Campanella in un momento straziante: il sindaco di Messina Federico Basile, la rettrice dell’Università di Messina Giovanna Spatari, i docenti universitari, i medici del Policlinico di Messina, il vescovo Giovanni Accolla, il comando dei Carabinieri di Messina, in particolare il colonnello Lucio Arcidiacono, i luogotenenti Giuseppe Caroleo e Antonio Tavilla, il maggiore Pagnano.

"A te, dolce Saretta - ha concluso Claudio - promettiamo che saremo la tua voce e grideremo sempre più forte per la tua giustizia".

"Sara vive" è stato l'urlo di Claudio che ha squarciato il silenzio nel piazzale del Rettorato dell'Università di Messina. Ed è la promessa di una famiglia che non si arrenderà mai alla possibilità che Sara venga "uccisa" un'altra volta.

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia