Il giallo dell’acqua “non potabile” a Messina: ora il Consiglio chiede chiarezza

Troppo tempo è passato da quando il sindaco Federico Basile, il 5 settembre scorso, ha firmato l’ordinanza con cui immetteva nella rete idrica della città l’acqua di quattro pozzi della zona sud, tra Briga e Mili. Troppo tempo da quando, ufficialmente, l’acqua di Messina è non potabile. E con troppa disinvoltura questa faccenda viene liquidata come mera questione burocratica.
Così adesso a volerci vedere chiaro è il consiglio comunale, o comunque quella parte del consiglio comunale che non si riconosce nella maggioranza politica (ma non numerica) che sostiene l’amministrazione Basile. Quindici, fino a ieri, erano i firmatari della richiesta, partita da Antonella Russo del Pd, di una seduta di Consiglio straordinaria, nella quale sentire le ragioni del sindaco stesso, dei vertici dell’Amam e dell’Asp e pure il portavoce del comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto”, che ha riaperto un capitolo che sembrava essere finito nel dimenticatoio.
Nel documento si parla di «stringente necessità» di ascoltare in aula tutti gli attori coinvolti in questa vicenda, che nasce da un’altra necessità, quella «che i cittadini messinesi siano a conoscenza della reale situazione della potabilità dell’acqua che attualmente scorre nelle condotte comunali». E questo perché, come emerso anche da quanto fatto sapere dal Comitato, «l’Asp di Messina non ha ancora formalizzato il proprio parre sulla potabilità o meno, e ciò sta creando molta preoccupazione in città, in quanto al momento non si registrano garanzie ufficiali su un argomento di così rilevante importanza».
L'articolo completo è disponibile sull'edizione cartacea e digitale