
Saranno celebrati alle 10.30 nella chiesa di San Giovanni Battista a Misilmeri, i funerali di Sara Campanella la 22enne uccisa sul viale Gazzi di Messina lunedì scorso. La funzione religiosa sarà officiata dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice. Il sindaco di Misilmeri, Rosario Rizzolo, ha proclamato per oggi il lutto cittadino, e lo stesso hanno fatto la Città metropolitana di Palermo e la Città metropolitana di Messina. E dalla città dello Stretto si recheranno ai funerali, tra gli altri, la rettrice dell’ateneo peloritano Giovanna Spatari e il sindaco Basile.
Sui cancelli della cittadella universitaria di Palermo in via Ernesto Basile, in concomitanza con i funerali a Misilmeri di Sara Campanella, la studentessa universitaria uccisa a Messina da un collega, è stato esposto uno striscione con la scritta «il femminicidio è omicidio di Stato».
Ieri intanto l'omaggio di Misilmeri. Un lenzuolo bianco affisso in cima a una palazzina ricorda la frase di Sara «mi amo troppo per stare con chiunque, Sara figlia di tutti noi», un mantra contro i femminicidi e le violenze sulle donne in un’epoca in cui, sottolineano in tanti, si vive «in una società malata». Applausi e lacrime assieme al motto «Sara vive» hanno scandito l’arrivo del carro funebre in piazza, dove ragazzi e cittadini si sono radunati sin dal mattino per stringersi attorno al papà Alessandro, alla mamma Maria Concetta, insegnante, e al fratello, Claudio.
«Sara è figlia di tutti - afferma il vicesindaco di Misilmeri, Agostino Cocchiara - come padre sono scosso da questa triste storia. Qualcosa deve cambiare, non si può andare avanti così». Tra la folla, Giulia Mazzola, una giovane di Misilmeri, trattiene a stento l’emozione: «Sara è ognuna di noi. Era la nostra amica, la nostra sorella. Quello che è successo a lei non possiamo più permettere che accada a nessun’altra». Uno degli amici più intimi di Claudio Campanella in mano tiene un mazzo di fiori, «i preferiti di Sara - spiega tra le lacrime Simone - li ho comprati prima di venire qui a darle un ultimo saluto. Conosco Claudio da anni e conoscevo lei, una ragazza bellissima, buona, gentile. Non meritava tutto questo. Siamo anche noi straziati dal dolore e non ci sono parole. Era un bellissimo angelo».
«Conoscevo tutta la famiglia - dice tra le lacrime Maria Rita Sacco, insegnante all’istituto Tusa Mistretta, nel Messinese, dove la mamma di Sara ha lavorato - lei è stata nella mia scuola. Abbiamo una bella amicizia, conosco anche il marito, Sara e tutta la famiglia. Non posso credere a questa tragedia immane. Chiediamo che tutto questo clamore continui anche nella fase processuale: non chiediamo la vendetta ma la giustizia. Siamo scossi. Sara è stata strappata a tutta la società. Una società malata e dobbiamo ripartire il prima possibile, dobbiamo fare tantissimo». Un’altra ragazza aggiunge: «Sara poteva essere ognuna di noi. Vivo fuori e so che cosa significa stare da soli e credere di potercela fare. Ma a volte bisogna chiedere aiuto. Sara pensava di potere gestire questa situazione e la società deve concedere questa possibilità. I ragazzi devono capire che no significa no e devono apprenderlo anche dalle famiglie. Ognuno ha diritto di scegliere, ma Sara non ha avuto questa possibilità. Spero di potere vivere una vita libera».
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