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Sara Campanella "instancabile e appassionata". A Messina la testimonianza della coinquilina Marta: «Per me era come una sorella»

La loro quotidianità era fatta di piccole tradizioni che ora, nel dolore, diventano ricordi preziosi

Sara Campanella era una di quelle persone capaci di entrare nella vita degli altri come un raggio di sole, con un’energia travolgente e una voglia di vivere contagiosa. Marta Mantineo, la sua coinquilina, amica e collega di università la ricorda «forte come un fulmine a ciel sereno», una ragazza solare, gentile e piena di vita, che non dimenticherà mai. «Non la vedevi mai con il broncio, nemmeno quando stava male, quando era stanca o quando aveva esami su esami da affrontare, perché non vedeva l’ora di potersi laureare velocemente», racconta Marta. «Era sempre lì, con il suo sorriso, pronta ad aiutarti, a studiare insieme, a sistemare la cucina o a fare qualsiasi cosa le proponessi. Faceva mille cose contemporaneamente, perché era così: instancabile, appassionata». La loro quotidianità era fatta di piccole tradizioni che ora, nel dolore, diventano ricordi preziosi: «Cantare a squarciagola la domenica mattina svegliando tutto il vicinato, cucinare chili di pasta per poi mangiarla anche la sera, ridere degli scherzi e delle piccole manie di Sara, come il rifiuto di bere troppa acqua perché la faceva sentire troppo piena».
Ma sopra ogni cosa, Marta ricorda la loro routine della sera, quel momento di confidenza e complicità: «Il nostro rito immancabile era riunirci alle 22 in cucina per farci la nostra amata camomilla con due biscotti e del sano gossip. Il nostro modo per dimostrarci ogni giorno di essere la certezza dell’altra». Sara era anche una ragazza determinata, che non si lasciava abbattere. Amava la sua famiglia e il suo adorato gattino, e quando non si sentiva bene, mostrava un lato più fragile che solo chi le era vicino poteva conoscere. «Quando stava male mi chiedeva sempre “Marta, mi fai la pastina col brodo?” e io correvo a preparargliela, pur di vederla mangiare», ricorda la sua amica con un nodo in gola. «Ma voglio ricordarla per sempre con quel sorriso, con le urla che faceva ogni tanto perché si scocciava e doveva un po’ stuzzicarmi, le urla di quando la professoressa le ha spostato l’esame che ha preparato in pochissimo. Avevamo legato così tanto che per me era come una sorella, penso che non proverò mai per nessun altro questo affetto». Sara non sarà dimenticata. La sua voce, il suo sorriso, le sue risate riecheggeranno per sempre nei cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerla, mentre il suo nome diventerà simbolo della battaglia per la giustizia che merita.

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