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Messina, Stefano Argentino confessa il femminicidio di Sara Campanella: «Credevo ci fosse qualcosa tra noi»

L’avvocato Raffaele Leone ha rinunciato al mandato dopo l’interrogatorio di garanzia perché è un civilista e per la difesa dell’indagato è "necessario un esperto di penale".

Il gip Eugenio Fiorentino ha convalidato il fermo del 27enne Stefano Argentino ed emesso a suo carico un'ordinanza di custodia cautelare

«Non è sceso in particolari, sono due tragedie, una immensa e irreparabile che è quella di Sara, alla cui famiglia va il nostro pensiero, e quella di un’altra famiglia che si trova in questa situazione così difficile». A dirlo l’avvocato Raffaele Leone, al termine dell’interrogatorio di Stefano Argentino, in carcere a Messina per il femminicidio di Sara Campanella, la studentessa di Misilmeri uccisa lunedì sul viale Gazzi a Messina. «Ha risposto ad alcune domande, che sostanzialmente sono state una conferma degli adempimenti», ha aggiunto il legale.

«L'interrogatorio è durato circa due ore - ha proseguito - non ha spiegato perché l’ha uccisa, sulle motivazioni non ha detto nulla, la mia valutazione è che si tratta del classico femminicidio. Si è reso conto di quello che ha fatto ed è in uno stato di profonda prostrazione, è molto chiuso». Il giovane non ha parlato delle motivazioni del suo gesto né ha risposto sull'arma usata».

Nel corso dell’interrogatorio è tornato sempre al suo rapporto con Sara Campanella, anche quando non gli veniva posta la domanda. Per esempio, quando gli hanno chiesto le motivazioni del gesto, ha cominciato a raccontare che aveva un interesse per Sara. Ritiene che Sara avesse un interesse per lui, ma che questa cosa non si era mai concretizzata in un fidanzamento».

L’avvocato Raffaele Leone, incaricato di difendere Stefano Argentino, ha rinunciato al mandato dopo l’interrogatorio di garanzia. Il legale ha affermato di dover rimettere l’incarico perché è un civilista e per la difesa dell’indagato è invece necessario un esperto di penale.

L'autopsia

Si svolgerà venerdì, al policlinico di Messina, l’autopsia sul corpo di Sara Campanella. L’esame autoptico è stato disposto dalla procura della città dello Stretto e dovrà accertare quale sia stata la ferita mortale. La ragazza è stata accoltellata più volte, una delle quali alla giugulare, ed è morta dissanguata.

Il rapporto con Sara

Erano colleghi del corso di tecnico di laboratorio biomedico del policlinico della città e da due anni duravano le «attenzioni insistenti e reiterate» di lui, come le definiscono i magistrati, non ricambiate dalla vittima. Oggi è atteso anche l’incarico per l’autopsia. Nel provvedimento di fermo si legge che il 27enne «con cadenza regolare importunava la vittima, proponendosi, chiedendole di uscire e di approfondire il loro rapporto, non fermandosi neppure innanzi al rifiuto della ragazza». Frequenti i messaggi vocali di lui cone cui «l'indagato dava prova di un’autentica strategia molesta». «Dove siete che sono con il malato che mi segue?», l’ultimo vocale di Sara inviato a una collega.

Il tentativo di fuga con l'aiuto di altre persone

Argentino, che dopo avere accoltellato Sara ed essere scappato si era rifugiato in un b&b riferibile alla madre, come si legge ancora nel fermo «si è agevolmente dato alla fuga nelle immediatezze dei fatti potendo contare sull'appoggio di soggetti terzi, in via di identificazione, per far perdere le proprie tracce».

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1 Commento

didi

02/04/2025 11:44

carcere a vita dico a vita senza scontiiiii

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