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Consorzio rete fognante di Taormina-Giardini: in nove rinviati a giudizio

Si chiude con nove rinvii a giudizio l’udienza preliminare davanti al gup Eugenio Fiorentino per l’inchiesta sulla gestione del Consorzio Rete Fognante di Taormina-Giardini, l’ente che si occupa dell’impianto fognario nella zona ionica. A maggio 2024 la vicenda provocò un vero e proprio terremoto giudiziario con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia a carico di ex dirigenti, imprenditori e politici, incentrata nei confronti di quattro persone: una misura interdittiva della sospensione dalle funzioni, articolata in maniera diversa a seconda del ruolo ricoperto.
Ecco il quadro delle ipotesi di reato contestate, che sono corruzione, turbativa d’asta, falso, truffa e inquinamento ambientale, per una serie di vicende gestionali pregresse del Crf, che i finanzieri di Messina e i poliziotti di Taormina focalizzarono nel corso di una lunga indagine.
A maggio 2024 il gip dispose la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di un ex dirigente del Crf, Giuseppe Caudullo (poi revocato dai giudici del Riesame), e poi il divieto temporaneo per due imprenditori della provincia di Messina, il taorminese Angelo Oliveri e il giardinese Sebastiano “Nellino” Sgroi, e un professionista, l’ingegnere taorminese Oscar Alberto Aymà, già dirigente dell’Ente, di contrarre con la Pubblica amministrazione (Aymà è nel frattempo deceduto).
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