
Il Consorzio autostrade siciliane, in solido con l’ex dirigente dell’Area tecnica Gaspare Sceusa, dovrà risarcire i familiari di Sebastiano e Gaetano Zingales, padre e figlio di 53 e 18 anni, morti nel gennaio 2011 in un incidente sull’autostrada A20, in territorio di Capo d’Orlando. Lo ha deciso la Seconda sezione penale della Corte d’appello di Messina, presidente Carmelo Blatti, riformando parzialmente e ai soli effetti civili la sentenza di primo grado del Tribunale di Patti, che nel 2023 aveva assolto «perché il fatto non sussiste» i due imputati del procedimento (lo stesso Sceusa e l’ex commissario straordinario Beringheli, ndc).
Sentenza appellata dalle parti civili, rappresentate dall’avvocato Massimiliano Fabio, sostenendo la tesi dell’inadeguatezza delle dotazioni di sicurezza nel tratto di autostrada teatro dell’incidente.
Nel pomeriggio del 21 gennaio 2011, infatti, l’auto condotta dal 53enne, maresciallo dei carabinieri da poco in congedo, schizzò fuori strada sull’asfalto bagnato dalla pioggia sbattendo violentemente contro il muro nei pressi della galleria “Scafa” e finendo la propria corsa capottata. Il guidatore fu sbalzato fuori, rovinando in un canale di scolo una ventina di metri più avanti, mentre il figlio rimase intrappolato tra le lamiere sul sedile del passeggero. Un epilogo tragico che secondo i familiari si sarebbe potuto evitare se le barriere laterali in grado di attutire l’impatto fossero state adeguatamente e correttamente installate a protezione di quel muro.

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