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La rotta della droga tra Messina e Catania, quella barca a Isola Bella gestita dalla mafia: in tre rispondono agli interrogatori

L’interesse degli esponenti del gruppo Cappello per la “Andrea I” ormeggiata nella baia

L’estorsione simbolo della maxi operazione congiunta delle procure di Messina e Catania che ha portato a 35 arresti per la “rete” di droga ed estorsioni creata dai clan mafiosi catanesi tra Giardini Naxos e Taormina, è forse quella legata al business facile facile delle gite in barca all’Isola Bella nel periodo estivo. Soldi sicuri con poca fatica. Nel tempo, sin dal 2014, se ne sono interessati praticamente tutti, oltre ai Santapaola-Ercolano e ai Cappello-Brunetto anche i Laudani ci hanno messo bocca. Si potrebbe definire anche “l’estorsione ricorrente”.
E il racconto giudiziario di tutto quello che è successo in pratica dal 2014 sino ai nostri giorni è tutto nell’ordinanza di custodia cautelare che per Messina ha siglato la gip Ornella Pastore.
C’è una vicenda soprattutto, che emerge dalle pagine, ed è come leggere il dizionario aggiornato dell’agire mafioso in un determinato contesto territoriale. Ed è quella delle vicissitudini, chiamiamole così, che hanno interessato la barca “Andrea I”, che apparteneva ad uno degli imprenditori che si occupavano dell’organizzazione delle gite nella meravigliosa baia di Taormina.

La prima lunga giornata di interrogatori a Messina per la maxi operazione è durata l’intera mattinata di ieri a Palazzo di giustizia in videocollegamento - visto che sono sparsi un po’ in tutte le carceri della Sicilia -, con i vari indagati. Davanti alla gip Ornella Pastore sono comparsi in quindici: Renato Alfonso, Letterio “Lino” Ciprone, Mario Fortunato Matteo Crimi, Alessandro Curcuruto, Antonino Carmelino D’Amore, Salvatore Ferrara, Alessandro Galasso, Carmelo Le Mura, Daniele Giuseppe Mazzullo, Riccardo Pedicone, Giuseppe Raneri, Giuseppe Ruggeri, Nicola Russo, Carmelo Sicali e Anna Tremante.

Solo in tre hanno risposto alle domande della gip Pastore e dei pm Antonella Fradà, Francesco Massara, Liliana Todaro e Fabrizio Monaco, ovvero Alfonso, Ruggeri e Sicali. Tutti gli altri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Sono stati assistiti dagli avvocati Alessandro Billè, Tancredi Traclò, Dario Favaloro Polizza, Oleg Traclò, Giuseppe Valentino, Giuseppe Bonavita, Antonio Noè, Salvatore Silvestro, Marco Tringali, Tino Celi, Giovanni Fisauli, Ivan Pietri Maravigna e Salvatore Vitale. Lunedì prossimo sono previsti invece gli interrogatori degli indagati che si trovano agli arresti domiciliari, e la gip Pastore sentirà anche il catanese Carmelo Sessa che è stato rintracciato. Venerdì invece sono previsti gli interrogatori preventivi per altri indagati: Fabio Balzano, Antonio Cacciola, Arianna Cardillo, Maurizio Chisari, Francesco Cristaldi, Manuel Leo, Giuseppe Mansueto, Alessandro Manuli, Francesco Muscolino, Nicolino Pagano, Roberto Paparo, Fabio Purrazzo e Carmelo Riolo.

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