
A Palazzo d’Orleans ieri è stato un giorno di attesa. Il presidente Schifani non ha voluto prendere decisioni sul caso dell’Asp di Trapani. Tutto è rinviato alla consegna, prevista per domani, da parte del dipartimento Osservatorio epidemiologico della relazione finale degli ispettori sul caso dei referti giacenti da mesi. Ma fuori dal palazzo l’aria intorno a questa vicenda si fa pesante e l’eventualità che alla fine saltino alcune poltrone eccellenti prende sempre più corpo. Al punto che Fratelli d’Italia ha già alzato un muro a difesa del manager Ferdinando Croce, facendo trapelare retroscena finora inediti che allargano il campo delle responsabilità agli alleati.
Situazione delicatissima dal punto di vista politico. Perché all’Asp di Trapani c’è uno dei manager più vicini a Fratelli d’Italia, quello per cui il partito stava quasi facendo saltare il tavolo un anno fa, al momento delle nomine. Ferdinando Croce è stato capo di gabinetto di Ruggero Razza ai tempi in cui l’attuale europarlamentare guidava l’assessorato alla Sanità. E per questo motivo una delle correnti più influenti dei meloniani siciliani, quella che fa capo al ministro Musumeci, è da giorni in stato di allerta. La tensione è così alta che perfino il neocommissario del partito, Luca Sbardella, in una delle prime uscite, il weekend scorso, ha chiesto lumi agli uomini etnei di FdI sulla posizione di Croce. Il timore di Fratelli d’Italia è che l’escalation di notizie sui ritardi nella consegna dei referti possa accomunare ciò che sta accadendo a Trapani a quanto già registrato all’ospedale Villa Sofia nel reparto di Ortopedia, in cui gli interventi andavano a passo di lumaca: una crisi che ha portato in poche settimane al siluramento del direttore sanitario e del manager Roberto Colletti. E le parole di Schifani, martedì, quando si è saputo dei 30 referti positivi consegnati con mesi di ritardo («situazione inaccettabile, stiamo facendo accertamenti dolorosi ma dovuti ai siciliani») hanno fatto alzare il livello dell’allerta. Al punto che ieri Fratelli d’Italia ha mandato segnali precisi, che puntano a coinvolgere Forza Italia nell’evoluzione dell’emergenza scoppiata a Trapani.
Razza ha allontanato da Croce ogni responsabilità su quanto sta accadendo: «A Ferdinando non si può addebitare nulla». L’ex assessore alla Sanità argomenta la sua difesa di Croce svelando anche un retroscena: «Già a luglio il manager aveva informato l’assessorato della emergenza che stava scoppiando».

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