Rosalba Tedesco, un femminicidio dimenticato a Messina: ma il 5° Quartiere vuole intitolarle una villetta. Altre zone per la famiglia Carità e il dott. Panzera
Tra le righe di una delibera toponomastica, che sembra quasi uno scioglilingua, possono esserci anche le vite nascoste o spezzate di chi non è più ricordato, ormai perso in un “pezzo” di cronaca e in una foto sbiadita di tanti anni fa. Eppure la recente delibera adottata dalla V Circoscrizione, che recita, amministrativamente parlando, di una “Proposta assegnazione di un toponimo a strade, vie, piazze e rotatorie”, adottata all’unanimità da tutti e dieci in consiglieri, parla per esempio di un femminicidio che risale al 1985, quando ancora la cosiddetta società civile era ben lontana dall’attenzione di oggi al dramma delle donne massacrate ormai quasi quotidianamente. Oppure parla di un’altra tragedia purtroppo cadenzata dalle nostre parti, quella delle alluvioni, e delle vittime inghiottite da quel maledetto fiume di fango che ogni volta si crea quasi all’improvviso e travolge tutto quello che incontra. E ancora parla di chi diventa in silenzio giorno dopo giorno un punto di riferimento dell’intero quartiere, da medico vecchio stampo che andava casa per casa, quando non c’erano ancora i telefonini. Le tre storie di cui parliamo sono due tragedie, il femminicidio di Rosalba Tedesco e della madre Elvira Tracara, che risale al 1985 e la tragedia della famiglia Carità dopo l’alluvione del 1998, divenute fatti di cronaca, e il ricordo al dott. Pietro Panzera, il medico che negli anni 50 aprì un ambulatorio di frontiere al villaggio Matteotti, all’Annunziata, divenendo col tempo una vera e propria istituzione. A loro il 5° Quartiere vuole dedicare tre luoghi fisici: la villetta tra via Principessa Mafalda e il viale Regina Elena; (“Vittime di femminicidio”), lo spazio ricreativo di contrada Conte al torrente Ciaramita “(Antonio, Maria e Angela Carità”), e la villetta Matteotti (“Dott. Pietro Panzera”). Questa proposta d’intitolazione di tre spazi del 5° Quartiere viene dalla consigliera Beatrice Belfiore, ed è stata approvata all’unanimità dal presidente Raffaele Verso e da tutti gli altri consiglieri.