Le mire dei clan di Catania sulla costa ionica di Messina: così il boss "gioca coi bambini"
Diciassette persone arrestate in flagranza di reato oltre undici chilogrammi di droga, tra marijuana, hashish e cocaina, sequestrati. E’ il bilancio delle operazioni dei carabinieri del comando provinciale di Messina eseguite durante le indagini sul clan Cappello-Cintorino sfociate con l’arresto di 39 indagati. Le indagini dei militari dell’Arma hanno fatto emergere il ruolo di primo piano di Riccardo Pedicone, del clan Cappello che, a partire dal 2020, insieme ad altri sodali, avrebbe spostato a Giardini Naxos una parte degli interessi illeciti del gruppo, avviando una fiorente attività nell’ambito del narcotraffico, avvalendosi dei propri canali di rifornimento a Catania e operando nella commissione di estorsioni. Proprio dalle intercettazioni delegate dalle Dda ai carabinieri emergeva come dai vertici del clan Cappello di Catania fosse stata imposta la presenza di Pedicone ai Giardini Naxos che, secondo il linguaggio criptico utilizzato dagli indagati, «avrebbe dovuto "giocare" in quel "paese" con i "bambini", espressione quest’ultima che gli investigatori ritengono sia stata adoperata per indicare i sottoposti nell’ambito del gruppo criminale». Nel ragionare sulle dinamiche interne alla consorteria, gli indagati si sarebbero definiti 'tutti una cosà, espressione che rafforzava il vincolo associativo. Le indagini delegate dalle Dda e condotte dai carabinieri hanno inoltre documentato l’esistenza e l’operatività, in maniera quasi monopolistica a Giardini Naxos e nelle zone limitrofe, di due distinti gruppi criminali attivi nel narcotraffico. Le indagini sono state avviate nel febbraio 2020 dopo una rapina con l’utilizzo di armi a sala giochi di Giardini Naxos. Sarebbe emersa la presenza di i due gruppi criminali, con un vertice definito e ruoli suddivisi tra fornitori, corrieri, vedette, gestori delle basi operative e della «cassa», che avrebbero smerciato nel territorio jonico della provincia messinese cocaina, marijuana e hashish, avvalendosi di basi logistiche individuate dapprima in un’officina meccanica e poi in un bar di Giardini Naxos. Fatta luce anche su un pestaggio, eseguito su ordine di Pedicone, a pusher che avevano trattenuto per loro la droga, o erano insolventi o ritardavano il provento dello spaccio.