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Fiumi di droga tra Catania e Messina: i Cappello-Cintorino e gli interessi su Giardini. La tecnologia a supporto dei clan

Fiumi di droga scorrevano tra la province di Catania e Messina, area sottoposta al controllo dei clan mafiosi Cappello e Cintorino, storicamente alleati. E’ stato accertato nell’indagine di carabinieri e Guardia di finanza che ha portato oggi all’arresto di 39 persone. Per il traffico di droga venivano utilizzati un linguaggio in codice, telefoni dedicati e applicazioni di messaggistica non intercettabili con le comuni tecniche. Un dato che dimostra come Cosa nostra sia sempre più tecnologica, come dimostrato anche in occasione del recente maxi blitz scattato a Palermo con 181 arresti.

Il business della droga e il "ciclo continuo" dello spaccio

Nel settore degli stupefacenti, l’affiliato Christopher F. Cintorino, imparentato con il capo storico del sodalizio Antonino Cintorino, avrebbe rivestito un ruolo di primo piano, dirigendo e gestendo un gruppo capace di assicurare in maniera stabile un mercato operativo a “ciclo continuo”, relativo a stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana, che avrebbe avuto un nucleo centrale costituito dal predetto sodale, con ruolo direttivo, e da altri tre partecipi Alessandro Galasso, Carmelo Mobilla e Cinzia Muratore, che avrebbero – sulla base degli indizi raccolti -  il ruolo di organizzatori dediti alla contrattazione, al trasporto, al confezionamento e all’occultamento della sostanza stupefacente, affiancato da una rete di spacciatori, stabilmente collegata.

Nomi in codice e chat criptate per sfuggire ai controlli

Le indagini tecniche delegate dalle DDA ai Finanzieri etnei avrebbero poi restituito gravi indizi in merito al fiorente business criminale del traffico di stupefacenti, nonostante le cautele adottate dagli indagati, volte a dissimulare l’attività realmente svolta per non attrarre le forze dell’ordine. Non sarebbero stati rari i tentativi di dissimulare il reale oggetto della conversazione mediante riferimenti all'attività di allevamento canino o a una nota bevanda gassata per la cocaina e sarebbe stato inoltre appurato l’utilizzo di telefoni dedicati e applicazioni di messaggistica non intercettabili con le comuni tecniche, con il verosimile fine di eludere eventuali investigazioni.

Centinaia di chili di stupefacente sotto sequestro

Nel corso delle investigazioni delegate dalle DDA alle Fiamme Gialle del Nucleo PEF di Catania, sarebbero, inoltre, stati monitorati diversi episodi di approvvigionamento e di cessione di narcotico, che hanno portato complessivamente, nell’intero corso delle indagini, all’arresto in flagranza di 5 indagati ed al sequestro di circa 13 kg di cocaina, 55 di hashish e 72 di marijuana. Significativo è risultato il ritrovamento e sequestro di 71,5 kg di marijuana tipo SKUNK, quasi 1 kg di hashish e 3 etti di cocaina all’interno del cimitero di Giarre (CT), risultata una delle basi operative e di deposito del gruppo criminale.

Il supporto dei Cappello nelle Regionali del 2022

Sarebbe stato inoltre accertato, sulla base degli indizi raccolti, come Riccardo Pedicone del clan “Cappello” attivo a Giardini Naxos, in occasione delle consultazioni regionali del settembre 2022, si fosse adoperato per supportare la campagna elettorale di un candidato catanese per l’Assemblea Regionale Siciliana. Le risultanze investigative sulla ricerca del sostegno elettorale, seppur non abbiano consentito di configurare a livello di gravità indiziaria il patto idoneo ad integrare il reato di scambio elettorale politico mafioso di cui all’art 416-ter cp, avrebbero consentito, comunque, di acquisire ulteriori elementi indiziari in ordine al riconoscimento mafioso della citata figura di Pedicone, in quanto sodale influente ed in grado di assicurare l’appoggio elettorale anche in occasione di elezioni di livello regionale.

 

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