Omicidio del 56enne operatore ecologico Massimo Canfora a Letojanni, Feres Bayar patteggia 16 anni
I venticinque anni di condanna del primo grado sono stati cancellati. La nuova pena, e dovrebbe essere definitiva, è adesso di sedici anni e 8 mesi di reclusione per il 20enne di origini tunisine Feres Bayar, originario di Taormina. È il ragazzo che il 18 agosto del 2022 a Letojanni, poco prima delle 8 del mattino, con un coltello da cucina trovato in casa, s’avventò contro il 56enne netturbino Massimo Canfora in un appartamento del palazzo giallo paglierino di via Nenzi 8. Dopo un quarto d’ora d’ordinaria follia accentuata probabilmente dall’uso di cocaina, durante un incontro a scopi sessuali. Sedici anni e otto mesi di reclusione sono il frutto del cosiddetto “concordato della pena”, ovvero l’accordo tra accusa e difesa, in questo caso il sostituto procuratore Felice Lima e l’avvocato Giovambattista Freni, che è stato presentato ieri mattina alla corte d’assise d’appello presieduta dal giudice Carmelo Blatti, a latere la collega Daria Orlando. E i giudici dopo aver ascoltato le ragioni di tutte le parti in causa lo hanno ratificato. Il concordato fa salvi ovviamente, e li conferma anche in appello, gli aspetti della sentenza di primo grado, le cosiddette “statuizioni”, che riguardano i risarcimenti e le pene accessorie: i risarcimenti per le parti civili, ossia i familiari di Massimo Canfora, che sono stati assistiti dall’avvocato Giacomo Rossini, fissati in 50.000 euro per il fratello Fabio e 20.000 euro ciascuno per l’altro fratello Francesco e la sorella Elvira.