
Si allunga a quasi 16 mesi il commissariamento dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto. Il Governo nazionale è chiamato a sciogliere il nodo politico, relativo alla nomina del nuovo presidente ed è un problema che non riguarda solo i nostri porti ma quasi l’intero scenario della portualità italiana. Genova, ad esempio, è sotto commissariamento da più di 17 mesi e così altre importanti realtà sullo scacchiere delle 16 Autorità.
Messina-Milazzo e i porti calabresi dello Stretto rappresentano una pedina in questo gioco dove a dettare le regole è il vecchio “manuale Cencelli”, quella sorta di regolamento di spartizione dei posti che vigeva ai tempi delle grandi correnti della Democrazia cristiana. E come in quel “manuale”, si dice che ogni “Authority” sia contrassegnata da un punteggio, che ne sancisce l’importanza. Se, ad esempio, il nuovo presidente dell’Autorità di sistema di Genova (il porto principale d’Italia) viene nominato in area FdI, allora gli altri alleati del Centrodestra, Forza Italia e Lega, hanno diritto a scegliere i presidenti di due o tre Autorità meno rilevanti. Lo Stretto, come già scritto nelle scorse settimane, è conteso dalla Lega e da Fratelli d’Italia, perché l’Autorità di sistema portuale della Sicilia Occidentale, che fa capo a Palermo, andrebbe, secondo le indiscrezioni, a Forza Italia. E c’è anche la casella di Gioia Tauro da riempire a luglio, quando scadrà il mandato dell’attuale presidente.

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