Il Centro di Cardiochirurgia pediatrica a Taormina: quando la politica gioca persino con i più piccoli
I proclami della politica sul mantenimento del Centro di cardiochirurgia pediatrica del Mediterraneo (Ccpm) a Taormina, non ultimi quelli di poche settimane addietro del governatore Schifani, hanno sempre più il sapore di promesse da marinaio. Il possibile trasferimento del Centro verso altre città come Catania (al Policlinico) o Messina (all’ospedale Papardo, in parte però già “smobilitato”), e la sorprendente "coincidenza" che l’ospedale etneo, guidato dal messinese Gaetano Sirna, abbia già a disposizione i locali pronti per accogliere la Cardiochirurgia pediatrica, sollevano legittimi dubbi sulla sincerità e sull’efficacia delle parole dei nostri amministratori che, se davvero in buona fede, dovrebbero ora far sentire il peso del loro incarico. L’impressione che invece si ha è che, ancora una volta, le necessità della comunità siano state messe in secondo piano rispetto ai miseri interessi politici. Se trasferimento sarà, sarà una vera e propria beffa per Taormina, per l’intero comprensorio, per il personale della struttura ma, soprattutto, per i piccoli pazienti e per tutte le loro famiglie. Ancora una volta - questa è la convinzione - la politica invece di tutelare questo prezioso servizio sembra orientata a sacrificare l’efficienza e la vicinanza ai bisogni concreti della popolazione in favore di una logica puramente centralista accaparratrice di voti. La “strana casualità” che i locali al Policlinico di Catania siano già pronti non può essere ignorata, tanto più in un contesto in cui le decisioni sembrano essere state prese già da tempo senza la dovuta trasparenza e partecipazione dei cittadini, puntualmente illusi. È evidente che qualcosa da tempo non quadra, e non si può fare a meno di domandarsi quanto dietro a queste scelte si nascondano logiche di potere e opportunità che non hanno nulla a che fare con il miglior interesse della comunità che, invece, dovrebbe essere l’ingrediente principe della buona politica. Le promesse, troppo spesso vuote e disattese, non bastano più. È ora di un impegno concreto e tangibile per il mantenimento del Ccpm a Taormina, perché ogni decisione che riduca l'accessibilità alle cure nella nostra area è una ferita aperta alla dignità e alla qualità della vita delle persone e di quanti, nel Centro all’ospedale “San Vincenzo” di Taormina, hanno riposto le speranze. Non possiamo permettere che le voci di un intero territorio vengano zittite da una politica che si nasconde dietro paroloni e promesse infrante. Ora è il momento di agire con determinazione e chiarezza. E se Messina ha politici che contano è questo il momento di dimostrarlo.