
Sarebbero una decina le “posizioni” di persone provenienti da più parti d’Italia che attualmente sono al vaglio della Procura diretta da Antonio D’Amato per i disordini accaduti durante il corteo “no ponte” di sabato scorso. Una serie di eventi in più punti della città su cui oltretutto nei giorni scorsi il ministro dell’Interno Piantedosi ha chiesto un dossier. In Procura quindi è stato aperto un fascicolo di cui è co-assegnatario insieme al capo dell’ufficio il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio.
Come accade sempre in questi casi il lavoro di accertamento da parte della Digos si sta concentrando su più fronti. Da un lato prosegue l’attività di controllo di tutti i video che è stato possibile reperire sia da telecamere di controllo pubbliche installate nei punti nevralgici della città sia dai sistemi di videosorveglianza privati di negozi e abitazioni. Dall’altro ci sono le relazioni di servizio e le identificazioni che sono state effettuate da tutte le forze dell’ordine - polizia, carabinieri e guardia di finanza -, che sono state schierate lungo il percorso per il monitoraggio del corteo.
In Procura stanno quindi lavorando su più fronti per avere un quadro definitivo della situazione di quanto è accaduto sabato scorso, per poi passare alla eventuale iscrizione nel registro degli indagati di tutti quei manifestanti che si sono resi responsabili secondo gli inquirenti di comportamenti di rilevanza penale. Che potrebbero essere - ovviamente stiamo solo ipotizzando in questa fase -, lesione o aggressione a pubblico ufficiale, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, possesso di oggetti atti ad offendere, rifiuto di generalità, deturpamento di cosa pubblica.

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