Messina e il pomeriggio di violenza: città colpita da una frangia di attivisti “no Ponte”. Segnale inquietante per i prossimi mesi
Circa cento manifestanti, l’intero centro urbano sotto assedio. Fumogeni neri, il lancio di alcune bombe carta, un agente rimasto ferito e trasportato in ospedale. I muri dei palazzi, delle chiese (come quella della veneratissima Santa messinese, Eustochia Calafato) e dei monumenti imbrattati. Ecco i risultati del “Carnevale in azione” di un gruppo di attivisti “no Ponte” che ieri ha organizzato un corteo nella zona di via XXIV Maggio e di viale Boccetta. Momenti di forte tensione, qualche carica di alleggerimento da parte delle forze dell’ordine, poliziotti e carabinieri più volte provocati con cori denigratori e offensivi. «È solo l’inizio», hanno urlato al megafono i promotori della marcia carnevalesca, lasciando intendere di voler trasformare lo Stretto di Messina in una nuova Val di Susa. Lì da anni agiscono – con manifestazioni di legittimo dissenso ma anche con veri e propri atti terroristici, come gli ordigni fatti scoppiare nelle aree di lavorazione della nuova linea ad Alta velocità tra Torino e Lione – i “no Tav”. Qui una frangia di “no Ponte” si prepara «alla resistenza» contro i possibili futuri cantieri del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. Va sottolineato che la manifestazione di ieri è stata organizzata solo da una parte delle associazioni e dei Comitati “nopontisti”. Il corteo è partito in un’atmosfera carnevalesca con suoni e colori, artisti di strada e uomini sui trampoli, poi è degenerato, con cori sempre più “pesanti” e soprattutto azioni vandaliche, come le scritte con la vernice spray sui muri delle case, di scuole, chiese e beni monumentali. Scritte inneggianti alla rivoluzione “anti-Ponte”, contro la “Stretto di Messina” e l’impresa Webuild, particolarmente offensive nei confronti di poliziotti e carabinieri. Sul viale Boccetta le forze dell’ordine hanno attuato una carica, dopo l’esplosione di una bomba carta e il ferimento di un agente, che è stato ricoverato in ospedale per accertamenti. La tensione è rimasta alta, finché il corteo non si è sciolto, ma gli scontri sono proseguiti anche in serata, nella zona di piazza Antonello. A Messina, nel corso dei decenni, si sono tenute numerose manifestazioni, alcune anche imponenti (come la marcia dei ventimila del 2011), almeno tre negli ultimi 12 mesi, ma non c’erano mai stati episodi di violenza né danneggiamenti alle strutture pubbliche e private della città. Quella di ieri è stata la prima volta ed è un segnale inquietante, per quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi. Il sindaco Federico Basile e la sua Giunta, al termine del corteo, hanno espresso, a nome della città, indignazione: «Nel corso del corteo “No Ponte”, si sono verificati gravi episodi di tensione che nulla hanno a che vedere con il legittimo diritto di manifestare. Rispettiamo tutte le posizioni e la libertà di espressione, ma condanniamo fermamente chi strumentalizza le manifestazioni per portare avanti atti di violenza e vandalismo. Il confronto civile e democratico deve essere sempre alla base di qualsiasi dibattito, senza lasciare spazio a chi cerca solo scontri e disordini. Esprimiamo la nostra solidarietà alle forze dell’ordine e, in particolare, all’agente rimasto ferito dagli scontri. L’Amministrazione comunale gli è vicina e gli augura una pronta guarigione. Auspichiamo che coloro che hanno sfruttato la manifestazione per compiere atti di vandalismo o creare disordini vengano identificati e perseguiti secondo la legge». Il Comune chiederà il risarcimento dei danni provocati dalle azioni dei manifestanti. È intervenuto anche il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini: «Solidarietà alle donne e agli uomini delle Forze dell’ordine, che a Messina sono stati aggrediti da violenti scesi in piazza per dire no al Ponte sullo Stretto. Chi non ha argomenti, sceglie la violenza. Noi abbiamo scelto di rilanciare l’Italia, modernizzandola da Nord a Sud, e non ci faremo intimidire da vandali che attaccano i poliziotti e imbrattano le città». Dello stesso tenore, la dichiarazione del senatore messinese Nino Germanà, commissario regionale della Lega e segretario della Commissione Infrastrutture di Palazzo Madama: «Solidarietà alle donne e agli uomini delle forze dell’Ordine, aggrediti a Messina dai manifestanti “no Ponte, e in particolare all'agente rimasto ferito negli scontri. Quando non ci sono argomentazioni valide per difendere le proprie tesi si ricorre alla violenza e all'inciviltà. Sono fiducioso sulla capacità delle forze dell'ordine, affinché si individuino i responsabili e scattino fermi e misure di sicurezza». A manifestare «solidarietà alle Forze dell’ordine per gli attacchi vili e ignobili durante il corteo “no Ponte”», la senatrice di Italia Viva, Dafne Musolino, la quale aggiunge: «Manifestare non significa aggredire poliziotti e carabinieri né sparare petardi o imbrattare muri e monumenti con scritte indecenti. Se questo è l’uso che fate della democrazia, allora non avete capito niente e non siete degni di quei diritti che sono stati conquistati anche con l’estremo sacrificio di valorosi eroi. Che nessuno si permetta di paragonare questi manifestanti mascherati a novelli paladini della protesta!». A intervenire pure la senatrice di FdI, Ella Bucalo e la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano. «Inaccettabile quanto accaduto a Messina – afferma la deputata di Forza Italia –. Insulti, intolleranza, muri del centro imbrattati con scritte indegne, violenze contro le forze dell’ordine. È assurdo manifestare con simili metodi. Ferma condanna per quanto accaduto, e solidarietà alle forze dell’ordine che hanno gestito con grande professionalità i momenti più tesi della giornata». Molti cittadini hanno manifestato, con post sui social e messaggi pervenuti alla nostra redazione, tutto il loro sconcerto per le scene viste: «L’art. 21 della Costituzione recita testualmente: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Anche con la più estensiva delle interpretazioni non ritengo che, fra i mezzi di diffusione, rientrino la deturpazione e il vandalismo dei beni pubblici e/o privati. Quanto avvenuto l’1 marzo 2025 a Messina è scandaloso», scrive Alberto Jaci.