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La situazione, se possibile, è anche più grave di prima. Nonostante un’ordinanza, nonostante un sollecito, nonostante col passare del tempo diventi sempre più inaccettabile lo spettacolo horror offerto da ciò che resta dell’ex Lido di Mortelle, a Messina. Il 19 novembre scorso, due mesi dopo un sopralluogo della polizia municipale, il sindaco Federico Basile aveva firmato un’ordinanza intimando alla rappresentante legale della società Eluele srl, proprietaria dell’area dell’ex Lido e dell’ex hotel Giardino delle Palme, di mettere in sicurezza la zona entro trenta giorni. Ed in particolare a «provvedere con la massima urgenza e sotto la supervisione di un tecnico incaricato di fiducia (...) alle verifiche ed esecuzione di tutti i lavori necessari ed indispensabili alla messa in sicurezza generale dell’edificio di che trattasi». In caso di mancata ottemperanza, veniva scritto in quell’ordinanza, «il destinatario sarà deferito all’Autorità giudiziaria». Poco più di dieci giorni fa dal Comune è partito anche un sollecito per l’invio di una relazione tecnica sugli interventi da effettuare. E in attesa di una risposta, il degrado e il pericolo continuano a farla da padroni a Mortelle.
Risale al 3 ottobre la relazione redatta dagli agenti della sezione Decoro urbano del servizio Polizia specialistica della polizia municipale, dopo il sopralluogo effettuato il 22 settembre scorso. Sopralluogo nel corso del quale «si è acclarato l’evidente stato di abbandono e vetustà dell’immobile, con presenza all’interno di rifiuti e calcinacci. Il perimetro dello stabile, fronteggiante la strada pubblica, si presenta fatiscente ed è circoscritto da rete arancione di cantiere, inoltre le porte d’accesso sono tutte chiuse con catena e lucchetto. Per quanto riguarda la parte prospiciente la spiaggia, è diventata ricettacolo di rifiuti e vegetazione incolta, ciò crea nocumento alle abitazioni limitrofe». Basta prendere quelle parole scritte a ottobre e riportarle all’attualità per scoprire che nulla è cambiato, se non in peggio. In quello che una volta era il parcheggio esterno della struttura, prospiciente la strada, la situazione di pericolo è fin troppo evidente e fin troppo facilmente accessibile da chiunque, con elementi in ferro arrugginito, spuntoni, persino piccoli “fossi”. Tutto lì, sotto gli occhi, senza che nessuno faccia nulla e senza che possa essere considerato un ostacolo una malmessa rete arancione di plastica.
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