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Ha riscosso un’adesione massiccia, ben oltre il 70 per cento, lo sciopero dei magistrati nel distretto giudiziario peloritano promosso dall’Anm. Una risposta vasta, sintomo del malessere e della preoccupazione per una riforma della giustizia che i magistrati ritengono «inutile e dannosa», e che non «non va verso il miglioramento della giustizia». Nel mirino c’è la separazione delle carriere, la costituzione di un doppio Csm e di un’alta corte per giudicare i magistrati. «Una riforma inutile e dispendiosa» ha detto il presidente della Corte d’Appello, Luigi Lombardo nell’incontro che si è tenuto ieri mattina nell’aula magna della Corte d’Appello per sensibilizzare e spiegare ai cittadini i motivi della protesta ed i pericoli che la riforma porta con sé. «È inutile - ha detto - perché di fatto è stato impedito per anni ai magistrati di cambiare funzioni. Oggi hanno creato paletti e ostacoli, bisogna cambiare regione, inoltre la riforma Cartabia ha ridotto il passaggio ad uno solo, quindi la separazione delle carriere di fatto c’è già. È dannosa per le casse dello Stato perché con un doppio Csm occorrerà trovare spazi, uomini e mezzi per funzioni che adesso sono svolte da un solo organo». La presidente della sezione di Messina dell’Anm Francesca Bonanzinga che ha moderato l’incontro, in apertura ha evidenziato come «Nessuno dei numerosi problemi che affliggono la giustizia, di cui siamo tutti consapevoli, troverà un benché minimo rimedio nella proposta di riforma costituzionale che per adesso è in discussione in Parlamento». La mancanza di benefici concreti per il cittadino è emersa anche dall’intervento di Stefano Agosta, professore ordinario di Diritto Costituzionale che ha letto la riforma da tecnico. La necessità di un approccio più moderato e meno ideologico è stato evidenziato da Paolo Vermiglio, presidente dell’Ordine degli avvocati di Messina. Sono intervenuti anche Natalia Di Bella per il comitato messinese di Addiopizzo e Aldo Liparoti esponente di Libera. La necessità che la giornata di sciopero sia un momento di riflessione per tutti è stata evidenziata dal procuratore Antonio D’Amato. «Registriamo - ha detto - una straordinaria coincidenza cronologia tra l’avvio del disegno di riforma costituzionale sulla magistratura e la campagna mediatico giudiziaria che vuole individuare nella magistratura il soggetto responsabile dei problemi della giustizia».
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