Messina

Lunedì 24 Febbraio 2025

Rifiuti, l’autosufficienza della città di Messina in tre mosse

Autosufficienza fa rima con indipendenza. In un contesto come quello della gestione dei rifiuti in cui tutto, prima o poi, finisce per essere smaltito in impianti, è autosufficiente solo chi quelli impianti li ha in casa e, quindi, si rende indipendente da chi li gestisce e, per questo, si fa pagare anche profumatamente. Se poi si pensa che in Sicilia, soprattutto per chi differenzia ancora poco (leggi Palermo e Catania), gli impianti sono sempre gli stessi da anni e sempre più saturi, si capisce bene come chiudere il ciclo dei rifiuti dentro i propri confini, tema centrale anche della convention organizzata giovedì e venerdì scorsi da Messinaservizi, abbia una doppia valenza: risparmiare tanti soldi (che significa far risparmiare i cittadini, che quel ciclo lo pagano per intero con la Tari) e non foraggiare più chi, con quel sistema, si è arricchito. Un obiettivo che Messina può raggiungere in meno tempo di quanto si possa pensare, perché degli impianti che servono ci sono i progetti e, in buona parte, anche i fondi: l’impianto per la frazione organica a Mili (27 milioni già in cassa, più 5 promessi venerdì scorso al Comune dal presidente della Regione Renato Schifani); l’impianto per i prodotti assorbenti, i pannolini insomma, a Pace (10 milioni già c’erano, i 2 mancanti sono stati anch’essi al centro dell’impegno assunto da Schifani); l’impianto per l’indifferenziato, o meglio per il Rifiuto urbano residuo, da realizzare sempre a Pace e per il quale servono 5 milioni di euro, facilmente recuperabili. Con queste tre infrastrutture – alle quali potrebbe aggiungersene una quarta per i rifiuti ingombranti – Messina si renderebbe autosufficiente, abbattendo costi di tariffe e trasporti e, di conseguenza, anche delle bollette per i cittadini, già alleggerite dalla differenziata (oggi al 58,57%) e dalla caccia agli evasori.

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