Via Consolare Pompea, il viale Giostra, via Taormina, viale Boccetta, tutte le arterie del centro e persino il viale della Libertà riasfaltato da pochissimo. Sono in condizioni semidisastrose molte delle strade cittadine. Le buche riguardano quasi l'intera viabilità. Il pericolo aumenta nelle giornate di pioggia per i mezzi a due ruote. Pioggia e fango nascondono le buche e le moto ci finiscono dentro all'improvviso, a velocità, mettendo fortemente a rischio l'incolumità del conducente e del passeggero. Tanti gli incidenti di questo tipo. A godere di questo fenomeno sono solo meccanici e carrozzieri. La vendita di ammortizzatori e il relativo montaggio sono aumentati esponenzialmente. In bilancio l'Amministrazione ha postato una richiesta di mutuo alla Cassa depositi e prestiti da sei milioni di euro. «Una città che ha 940 chilometri di strade – spiega l'assessore alla Viabilità, Salvatore Mondello – che nel tempo ha pensato a tutto tranne che alle strade oggi ha fatto comunque un grande salto di qualità. Basti pensare che tutte le principali arterie sono state ristrutturate. Per poter rifare tutto la stima è di circa 80 milioni di euro». E c'è un altro aspetto da tenere in considerazione: la posa sotterranea delle reti tecnologiche di altri enti che non godono di una programmazione condivisa spesso comporta lavori di ripristino dell'asfalto pessimi. Il Comune il più delle volte rivolge delle contestazioni ma senza grande risultato. Mondello definisce questo punto «una lotta impari». C'è poi il capitolo Amam. All'Azienda meridionale acque, che deve fare già i conti con una rete idrica e fognaria colabrodo, da alcuni mesi, tocca il compito di ricoprire le buche stradali. Ma mettere una pezza a volte serve a poco. L'Amam si occupa di lavori di pronto intervento e piccola manutenzione che possono essere creati da perdite di acqua. E ricolma le buche generate dalla posa maldestra di tubi di gas e cavi della fibra. Un servizio partito dall’1 ottobre 2024 a seguito di una integrazione del contratto di servizio per una durata di 5 anni e con un impiego di 3 milioni di euro nel triennio 2024-2026. Libero Gioveni, capogruppo di Fratelli d'Italia, chiede, intanto, la reintroduzione dell'Ecopass. «L’ormai evidente velocizzazione dell’iter per la realizzazione del Ponte sullo Stretto deve presupporre – scrive Gioveni –, fra le altre incombenze legate all’opera, anche la necessaria reintroduzione dell’Ecopass. Avevo già chiesto in passato al sindaco Basile di valutare la possibilità di reintrodurlo, dopo la brusca sospensione avvenuta il 17 giugno 2017 a seguito di una sentenza del Tar. Rilancio la proposta proprio in funzione degli inevitabili disagi che investiranno dal punto di vista viario e strutturale le strade cittadine. Avevo avuto precise rassicurazioni in Aula sia dal primo cittadino che dall’assessore ai lavori pubblici Mondello sulla fattibilità del provvedimento – afferma Gioveni – ma della delibera ancora non vi è traccia. Il ritorno di questo “tesoretto” per Palazzo Zanca, quantificato in almeno 2 milioni di euro l’anno, si rende necessario per una migliore pianificazione degli interventi straordinari in diverse arterie stradali».