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Scivola in avanti, e non si sa per quanto tempo, la gratuità del pedaggio di Villafranca in tangenziale. Quello che avrebbe dovuto essere un “appuntamento” già fissato per il primo febbraio è tornato ad una fase di studio e verifica. A stipulare la convenzione devono essere la “Stretto di Messina” e il Consorzio Autostrade. Quando tutto sembrava pronto, in occasione del passaggio delle ex Officine grandi riparazioni di Rfi al Comune, è emersa la necessità di dover limare qualcosa dell'accordo. Doveva essere questione di qualche giorno, ma evidentemente così non è stato. Alla base del ritardo e della necessità di fare ulteriori verifiche ci sarebbe il testo della legge di bilancio che al comma 524 introduce, di fatto, la gratuità. La norma infatti recita che la società “Stretto di Messina” «è autorizzata a sottoscrivere un accordo con il Consorzio per le Autostrade siciliane finalizzato alla definizione di meccanismi di compensazione per la mancata possibilità di utilizzo da parte degli utenti dello svincolo autostradale denominato Villafranca Tirrena della A20 Messina-Palermo».
Fondi che sarebbero legati a una mancata possibilità di utilizzo dello svincolo che, ovviamente, non è concreta, visto che l'ingresso e l'uscita dall'autostrada saranno sempre garantiti ma dovranno solo diventare gratuiti. E si sa, in certi casi, la forma è sostanza e una legge dello Stato non può fare eccezione a maggior ragione. In realtà, nonostante sia la Stretto di Messina il riferimento dell'accordo individuato dal Governo e dal Ministero delle Infrastrutture, la norma slega la gratuità del pedaggio alla realizzazione del Ponte, ma dovrebbe solo allungare la tangenziale fino a Ponte Gallo, quindi estendendone la libera fruizione.
In queste settimane, il Consorzio ha riformulato la bozza della convenzione e inserendo, per la «giustificazione giuridica della compensazione» la stessa espressione utilizzata dalla legge finanziaria e quindi quella del «mancato utilizzo dello svincolo». Ma al testo inviato al ministero delle Infrastrutture è stata allegata una nota in cui si sottolinea come la norma contenga , nel suo tenore letterale questa incogruenza. Il Consorzio autostrade chiede, dunque, un parere al Ministero e attende direttive sul da farsi rispetto alla formulazione della bozza di accordo.
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