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«L’obiettivo è completare il ciclo dei rifiuti all’interno del nostro ambito», dice Danilo Lo Giudice, presidente della Srr (Socitetà per la regolamentazione del servizio di gestione dei rifiuti) e delfino politico di Cateno De Luca. «Non avendo ancora gli impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti nel nostro territorio, le nostre virtù le mostriamo con la raccolta differenziata», gli fa eco il direttore generale del Comune, Salvo Puccio. «Siamo un modello da esportare», è il vanto del sindaco Federico Basile, ma «soffriamo un gap in termini di impiantistica», insiste la presidente di Messinaservizi, Mariagrazia Interdonato. E poi è ancora Lo Giudice, sorridendo sornione, a sussurrare al microfono: «Chissà che domani (stamattina, ndr) non possano arrivare importanti novità». Quello servito ieri pomeriggio nel salone delle Bandiere, nella prima delle due giornate dell'evento “65 per cento e oltre” organizzato da Messinaservizi e Comune, era l'antipasto. Il piatto forte è atteso per oggi, quando a palazzo Zanca, dopo lo stesso De Luca e gli altri relatori, chiuderà i lavori il presidente della Regione Renato Schifani, che ormai ci ha preso gusto, dopo il feeling ritrovato col suo ex nemico di Sud chiama Nord, a far tappa a Messina. Quali saranno le «importanti novità» preannunciate da Lo Giudice lo si scoprirà solo oggi, ma visto che tutti, più o meno, hanno insistito parecchio sul nodo centrale della necessità di completare il ciclo dei rifiuti dentro i confini messinesi, è lecito attendersi un'accelerazione in questo senso.
Al momento sono due gli interventi più importanti ancora in stand-by, finanziati già in buona parte dal Pnrr e le cui gare dovranno essere pubblicate, si spera in tempi brevi, da Invitalia: l'impianto per il trattamento della frazione umida a Mili (poco più di 27 milioni di euro) e quello per il trattamento ed il recupero di rifiuti urbani da Pap (Prodotti assorbenti per la persona) nell'ex inceneritore di Pace, che di milioni ne vale 10. Due progetti che, come ribadito nei giorni scorsi proprio dalla Srr alla Regione, necessitano di un'integrazione economica, perché dall'avvio dei rispettivi procedimenti sono passati circa tre anni: 5 milioni nel primo caso, oltre 2 nel secondo. Sbloccare questi due interventi significherebbe spingere nella direzione indicata ieri pomeriggio (la chiusura del ciclo dei rifiuti nell'ambito territoriale messinese) e, quindi, ridurre sensibilmente i costi di gestione. Ecco perché si attendono buone nuove su questo aspetto e chissà che non sia l'ormai vicino Schifani, che da settimane esalta i risultati raggiunti da Messina sul fronte della differenziata, a portarle.
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