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Furti di gasolio a Milazzo, cade un’accusa: non luogo a procedere per 18 indagati, altri 3 scagionati

Il giudice monocratico del Tribunale di Barcellona, Noemi Genovese, a conclusione della fase predibattimentale del procedimento relativo alla maxi inchiesta sul furto aggravato di gasolio dai rimorchiatori e di violazione delle norme sulle accise (trattandosi di gasolio blu sul quale non gravavano accise) condotta dalla Guardia di Finanza, che inizialmente ha coinvolto 24 persone, molte delle quali dipendenti della società genovese Rimorchiatori Augusta srl, operante nel bacino portuale di Milazzo, ha dichiarato: il “non luogo a procedere” nei confronti di tre persone. Si tratta di Alessandro Alioto, difeso dall’avvocato Gaetano Pino; Francesco Castellano, difeso dall’avv. Sara Composto; e Matteo Romagnolo, difeso dall’avv. Santina Dante; in ordine a tutti i reati agli stessi ascritti, con la formula più ampia “perché il fatto contestato non sussiste”. Allo stesso tempo, con la medesima sentenza pronunciata con la contestuale motivazione, in relazione alla sola contestazione di possesso e utilizzo di gasolio con la tipica colorazione blu, esente da accise, alla luce delle recenti modifiche legislative in materia doganale e di accise, lo stesso giudice monocratico, ha dichiarato il “non luogo a procedere” nei confronti di altre 18 persone. Si tratta in questo caso di: Berté Rosario, Brunini Giuseppe, Buta Francesco, Caizzone Giuseppe, Cento Vito, Corso Alessandro, De Luca Giovanni, Denaro Gaetano, Di Salvo Salvatore, Duello Francesco, Giannetto Antonio, Giannetto Salvatore, Laganà Vincenzo, Lisciotto Francesco, Musolino Fortunato, Nania Andrea, Ponticorvo Lucio e Zammataro Agostino, i quali in relazione a tutti i capi di imputazione relativi alla violazione delle norme sull’applicazione delle accise (in cui è loro contestato il reato di cui all’art. 40, lett. c) D. Lgs. 504/1995, “perché il fatto – a seguito della modifica delle recente normativa - non è più previsto dalla legge come reato”. Il Tribunale ha, infatti, riconosciuto – come si legge nelle motivazioni della sentenza - che, nonostante le prove raccolte nel corso dell’indagine, la recente modifica normativa ha determinato l’impossibilità di perseguire penalmente i reati contestati, relative alla violazione delle accise.

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