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Mazzarrà S. Andrea, oltre 20 milioni dovuti al Comune dalla società di TirrenoAmbiente

La prima Sezione civile della Corte d’Appello di Messina, presieduta dal dottor Augusto Sabatini e composta dai consiglieri Marisa Salvo e Anna Adamo, ha rigettato l’appello presentato dalla Curatela del fallimento della Tirrenoambiente S.p.A. in liquidazione, confermando integralmente la condanna di primo grado, al pagamento della somma di 20 milioni e 827.605,39 euro in favore del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, quale equo indennizzo spettante al Comune per i disagi ed i danni causati dalla presenza dalla dismessa discarica.

L’iter giudiziario, intrapreso subito dopo il suo insediamento dal sindaco Carmelo Pietrafitta, trae origine dalla sentenza 307 del 2021 emessa il 23 marzo 2021 dal Tribunale di Barcellona, con cui la Tirrenoambiente S.p.A. era stata condannata a corrispondere al Comune l’importo dovuto ai sensi dell’accordo contenuto nell’appendice tecnica della convenzione stipulata tra le parti il 26 settembre 2003.

La somma era stata quantificata in 20.827.605,39 euro, oltre interessi e rivalutazione che, secondo una approssimativa stima, supererebbe i 28 milioni. A seguito della decisione sfavorevole, la Tirrenoambiente S.p.A. in liquidazione aveva presentato appello contestando il verdetto di primo grado e chiedendo la sospensione dell’efficacia esecutiva della sentenza. Tuttavia, il giudizio d’appello aveva subito un’interruzione in seguito alla dichiarazione di fallimento della stessa società, con conseguente riassunzione del procedimento da parte della Curatela del fallimento, rappresentata dall’avvocato Angelo Vitarelli, difesa dall’avvocato Giovanni Monforte.

L’appellante aveva sostenuto l’erroneità della sentenza di primo grado, deducendo in particolare la violazione dell’art. 167 del codice di procedura civile, ritenendo che il Tribunale avesse ingiustamente considerato tardive le eccezioni sollevate dalla società in merito alla validità dell’accordo del 5 dicembre 2013 e del decreto dell’Assessorato regionale territorio ed ambiente, numero 200 del 2 marzo 2007. L’errata interpretazione della clausola contrattuale relativa all’obbligo della società di fatturare ai Comuni conferitori la somma di 13 euro per tonnellata di rifiuti quale equo indennizzo per disagi ambientali.

L’efficacia dell’accordo del 5 dicembre 2013, che, secondo l’appellante, avrebbe annullato ogni obbligo pregresso di pagamento della Tirrenoambiente nei confronti del Comune. Accordo quest’ultimo, sottoscritto dall’ex sindaco Salvatore Bucolo che di fatto dimezzava l’indennizzo per ogni tonnellata di rifiuti conferiti in discarica, che è stato oggetto di processo penale nell’ambito dell’operazione “Riciclo” a seguito dell’accesso agli atti del Comune di Mazzarrà della Commissione prefettizia che portò allo scioglimento degli organi amministrativi dello stesso Comune. Infatti, dopo un’analisi approfondita, la Corte d’Appello ha rigettato integralmente il gravame, confermando la fondatezza delle argomentazioni espresse dal Comune, difeso dall’avv. Gaetano Callipo.

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