Messina

Martedì 11 Febbraio 2025

Il Piano strategico e la Messina 2025-2035: presentato il nuovo strumento di programmazione

Settantadue azioni strategiche, alcuni progetti pilota (i sei progetti bandiera), una serie di azioni sul territorio dalla triplica valenza: urbanistica, sociale ed economica. «Una visione complessiva che mette assieme tutto ciò che è stato progettato, che si sta progettando e che si progetterà in città, in ambito comunale». Questo è il Psum-Piano strategico urbano, metropolitano e dell'Area dello Stretto di Messina, presentato ieri nel corso della seduta della Commissione Ponte a Palazzo Zanca. Il “Piano dei piani” Si tratta dell'ennesimo strumento di programmazione varato dalla Giunta Basile, «perché diventi una sorta di linea guida per tutte le prossime azioni sul territorio». Per la redazione del Piano, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il 23 dicembre 2019, ha assegnato un finanziamento di 280mila euro. Nel febbraio 2022, il Comune ha aggiudicato l’appalto per la redazione del “Psum” al raggruppamento temporaneo di imprese guidato dalla “Tps Pro Srl”, la stessa società che si è occupata del “Pums”, il Piano urbano della mobilità sostenibile. Nel 2023 c’è stata l’approvazione dell'Agenda strategica, con l’individuazione di 72 azioni e 6 progetti pilota o progetti bandiera, poi nel novembre 2024 la proposta di Piano è stata esitata dalla Giunta. Elementi chiave del Piano sono i progetti che saranno realizzati nell’ambito del “Pn Metro Plus e Città medie Sud 2021-2027”, mentre gli obiettivi primari sono sei e vengono spiegati nell'ultimo capitolo del documento di 432 pagine: «Ricercare un nuovo benessere per la collettività locale; favorire una coesione territoriale rinnovata; migliorare e innovare l’accessibilità dei servizi pubblici; innalzare la qualità dell’infrastruttura urbana e territoriale rendendola bella, innovativa e sostenibile; riconoscere e valorizzare le molte identità di Messina; comunicare la “Nuova Messina”». I 6 progetti bandiera E poi ci sono i progetti bandiera, e cioè «azioni, ritenute rilevanti dal punto di vista strategico e prioritarie per l’attivazione delle altre». Sono sei: “Le botteghe del sapere” per far rivivere il minuscolo, delizioso borgo di Massa San Nicola; “I chioschi sociali” a piazza Cairoli; “Messina blu: un mare di possibilità”; la “Governance turistica”; la “Casa Museo Antonello da Messina”; “Messina, la città che non ti aspetti”. La polemica del vicesindaco «Il Piano strategico urbano – ha esordito il vicesindaco – ha una grande valenza e va al di là di tanti ragionamenti. Intanto, è una programmazione di natura assolutamente volontaria, che mi dà una visione di città in un arco di tempo decennale. C’è chi dice che la Giunta Basile non ha una visione, questa è la nostra risposta. La discussione serve per cercare di migliorare l’attività dell’Amministrazione. Consentitemi una polemica: abbiamo indetto, lo scorso 15 gennaio, un incontro specifico invitando “urbi et orbi”, c’erano presenti alla fine solo 15 persone: fra qualche anno o fra qualche mese, quando entreremo nel merito delle cose, “si sveglieranno” tutti... Messina è una città anomala. La partecipazione è determinante ma si esplica attraverso le forme di legge, non quando ci conviene. A me piace ragionare e discutere con le persone, ma non dopo, prima. Le cose hanno una tempistica e sono collegate ai finanziamenti. Nel salone delle Bandiere non è venuto quasi nessuno». Perché questo Piano «Detto ciò – ha proseguito Mondello –, il Piano è di matrice volontaria e ha preso il via durante l’amministrazione De Luca, perché lui credeva fortemente in questo strumento che avesse la capacità di avere una visione d’insieme. Io avevo delle remore, ma oggi il Piano assume un ruolo rilevante perché diventa l’elemento di regia di tutti gli altri strumenti, dal Piano regolatore generale alla miriade di interventi di progettazione urbana. Noi stiamo cambiando la città con interventi importanti, a volte “epocali”, come il ritorno delle aree Fs dismesse alla città. Le opere complementari, non compensative, che abbiamo chiesto alla “Stretto di Messina” sono figlie dei ragionamenti che sono stati fatti, di una cornice che viene a monte. L’ho detto e ripetuto spesso: non possiamo esimerci dal pensare a uno scenario con la presenza del Ponte, visto che siamo davanti a una norma nazionale, che esiste e di cui dobbiamo tenere conto. Ci sono due Piani strategici oggi: uno di carattere comunale e uno di carattere metropolitano, e ovviamente hanno aree di riferimento molto diverse. Le osservazioni di carattere comunale scadevano il 31 gennaio 2025 e lo avevamo detto all’incontro per tutti. Poi, ho sottolineato che non è uno strumento rigido, “che così è e così rimane”. Resta giusto approvare l’iter entro un tempo preciso, poi va aggiornato». L’intervento dei tecnici Ha poi preso la parola il responsabile del procedimento, l’ing. Antonio Bertino: «In questi anni abbiamo cercato di coinvolgere il più possibile la città, non c’è stato solo l’evento del 15 gennaio 2025, in questo arco triennale abbiamo recepito istanze e osservazioni da parte dei messinesi». L’ing. Matteo Scamporrino, che ha curato la pianificazione, ne ha illustrato le linee portanti: «Il “Psum” viene da una volontà politica del 2019, ci abbiamo lavorato dal 2022. Dietro questo acronimo, c’è la sostanza. Non è un Piano strutturale, tecnico, accademico. È un Piano strategico perché l’obiettivo di uno strumento del genere è intervenire in maniera coordinata internamente e intercettare i fondi esternamente. È un Piano urbano perché riguarda l’abitare, lo spazio pubblico, la città e tutto il territorio cittadino. È metropolitano perché non si può prescindere dal guardare a tutta l’area dello Stretto». Le tappe e l’approdo in Aula Poi, ha passato in rassegna i vari “step”: «Il bando è del 2022, le indagini preliminari risalgono al periodo tra marzo e maggio 2023, l’adozione del “Psum” è avvenuta nell’agosto 2024. Ci siamo trovati tante progettualità che si accavallavano, a volte anche interagivano tra loro, ma proprio per questo siamo partiti dall’interno, cioè abbiamo prima chiesto a noi stessi quale potesse essere il senso di questo Piano strategico. Nella fase 1, a settembre, c’è stato il primo momento di partecipazione, rivolto ai portatori d’interesse e ai cittadini, alle Municipalità e all’Atm che ci ha aiutato su alcuni aspetti. Nell’agosto del 2024 abbiamo definito l’Agenda strategica, nel gennaio 2025 abbiamo raccolto le osservazioni e ora il Piano va verso l’approvazione». Analisi e temi portanti s’intrecciano: «Infrastrutture e sistemi integrati della mobilità, pianificazione territoriale, ambiente e sostenibilità, sviluppo economico, innovazione, istruzione e lavoro, transizione digitale». Scamporrino ha ribadito che «ogni obiettivo è collegato a diversi temi e linee di intervento, legate a mobilità, eventi, sport, e molto altro. Tra gli obiettivi c’è anche comunicare la “nuova Messina”. E c’è una linea di intervento apposita che si chiama “Me Futura”: è il miglioramento della percezione di Messina. Ci siamo accorti che la narrazione che ha Messina di sé spesso discosta dalla realtà. Si pensa che certe cose non siano possibili e invece lo sono». Il tempo per presentare osservazioni è scaduto, ma il Piano sarà in ogni caso discusso in Aula. Alcuni consiglieri hanno chiesto la riapertura dei termini, Mondello ha ribadito che «il Piano è flessibile, terremo assolutamente conto delle indicazioni e integrazioni proposte dal Consiglio».

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