Chiudere prima possibile questa triste pagina dei “bimbi nelle bocce” rinvenuti all’interno dell’ex ospedale di Vaccarella. La questione col passare dei giorni si allarga sempre di più e rischia davvero di diventare incontrollabile. Anche perché quella che sino ad ora sembrava una leggenda, frutto di passaparola, è diventata un’amara e drammatica realtà che ha riaperto ferite, ormai dimenticate, di famiglie milazzesi e del comprensorio. Ieri abbiamo riferito della donna che ha chiesto del fratellino, ma l’elenco nel giro di un paio d’ore si è allungato notevolmente e adesso sono tantissime le persone che che vorrebbero saperne di più su congiunti mai nati. Tra l’altro in quelle bocce dove sono chiusi i feti immersi nella formalina, ci sono le etichette con i nomi. O meglio c’erano. Perché con molta probabilità la scritta che sembra essere stata messa su cerotti in striscia, è stata cancellata o sbiadita dal tempo. Ma qualcuno ci spera e anzi ieri ha ricordato che – come peraltro avevamo anche notato nei giorni scorsi – all’interno del presidio ci sono, anch’essi ammassati come rifiuti e abbandonati, tanti documenti e quindi non è da escludere che possano esserci dei registri, anche perché pure gli aborti venivano segnati. Crediamo però che scoprire qualcosa è come cercare un ago nel pagliaio. E poi, poco per volta, stanno venendo fuori dai racconti della gente del posto tristissime storie di gravidanze finite in anticipo nel peggiore dei modi. Episodi di aborti non legali, in modo particolare di relazioni clandestine che, per ovvie ragioni dovevano concludersi con l’aborto, procedura allora illegale. Insomma dentro quei locali ci sono pezzi oscuri di storie milazzesi. Che forse qualcuno non ha mai dimenticato anche se magari è stato costretto a farlo. Molti a Vaccarella sono poi convinti che all’Asp, con esclusione del manager Cuccì, arrivato da appena un anno a Messina, qualcuno sapesse. E paventa che potrebbero esserci responsabilità. Ora l’unico obiettivo deve essere assicurare ai feti abbandonati una degna sepoltura. Senza perdere più tempo.