
Gli interventi già eseguiti sono quattordici. Quelli per i quali è in corso la gara d’aggiudicazione dell’appalto sono due. E poi c’è un lungo elenco – si va oltre la trentina – di progetti in divenire, tra i quali quelli che riguardano Zafferia, Larderia, Rodia, Ponte Gallo, Galati.
In estrema sintesi è questo il punto su cosa e come si sta intervenendo, nel territorio comunale di Messina, per fronteggiare le situazioni più critiche e quindi delineare una mappa del rischio idrogeologico in città, da sovrapporre alla mappa vera e propria, che rimane il Pai, acronimo che sta per Piano di assetto idrogeologico ed è il documento regionale che fotografa le situazioni più a rischio nel territorio dell’Isola.
Cosa dice il Pai Ogni anno vengono adottati dei piccoli e grandi aggiornamenti, ma l’ultima stesura completa del Pai risale al 2021. In quell’edizione, nel piano stralcio di Messina, è stata inserita una nuova tipologia di sito di attenzione, “per elevata e molto elevata suscettibilità alle colate rapide”. Sito di attenzione che, si legge nella relazione, «comprende il 60% circa del territorio comunale, individuando le zone di innesco e l'areale di propagazione del probabile fenomeno di dissesto». In quel documento viene spiegato che le motivazioni per l'inserimento del nuovo sito di attenzione sono tre: «l'evento luttuoso del 2009 (l’alluvione di Giampilieri, ndr); la particolarità del territorio messinese caratterizzato da frane di neoformazione, non direttamente determinabili in base a quanto accaduto nel passato; la disponibilità di uno studio specifico relativo alla suscettività da frana del territorio comunale di Messina, commissionato dal Comune ed eseguito dall’Enea». Con gli aggiornamenti degli anni successivi sono stati ridefiniti nel dettaglio i confini di alcune aree specifiche ma, si legge nell’ultima relazione, quella del 2024, «il quadro complessivo dei dissesti e la loro relativa pericolosità e individuazione degli elementi a rischio del territorio comunale di Messina non subisce modifiche».
Le priorità Il Comune da anni si muove in tandem con il commissario di governo per il contrasto del dissesto idrogeologico, che formalmente è il presidente della Regione Renato Schifani, anche se poi tutto viene gestito dal soggetto attuatore, che oggi è l’ing. Sergio Tumminello, ieri era il messinese Maurizio Croce. A Palazzo Zanca, invece, “titolare” della delega alla difesa del suolo è l’assessore Francesco Caminiti, che già in occasione degli ultimi bilanci dell’attività dell’Amministrazione aveva spiegato che sono due le linee prioritarie d’azione: la sistemazione idraulica dei torrenti, con lavori su frane e smottamenti, e gli interventi contro l’erosione costiera. Il tutto con un parco progetti “favorito” dal fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico, una sorta di corsia preferenziale per l’avanzamento delle varie fasi e la più rapida cantierabilità degli interventi.
I lavori già eseguiti Quattro interventi, quasi gemelli, si sono già conclusi e puntano alla riduzione del rischio alluvioni, con la sistemazione dell'alveo dei torreni e il ripristino della sezione idraulica: tre di questi sono costati 2,3 milioni e hanno interessato le porzioni di territoio tra i torrenti Gallo e Annunziata a nord, tra Annunziata e San Filippo al centro, tra San Filippo e Giampilieri a sud, più un altro intervento, da 1,2 milioni, per le riduzione del rischio nei torrenti tombinati. Altri lavori già conclusi: il quarto lotto della sistemazione del versante in frana a Tremonti, complesso Città Giardino, da oltre 3 milioni di euro; le indagini geognostiche e il monitoraggio delle frane di Altolia (270 mila euro) e Pezzolo (121 mila); la mitigazione del rischio idrogeologico a Mili San Pietro (1,2 milioni); i lavori urgenti di salpamento e rifioritura delle barriere frangiflutti lungo il litorale tirrenico (3 milioni) e il litorale ionico (3,5 milioni); i vari stralci funzionali (per un totale di 6 milioni) del risanamento costiero a difesa dall'erosione del litorale sud, tra Santa Margherita e Galati Marina; la pulitura del torrente Badiazza (105 mila euro). L'intervento più importante, anche dal punto di vista economico, è stato quello di riqualificazione ambientale e risanamento igienico-sanitario dell'alveo del torrente Cataratti- Bisconte, per un importo di ben 30 milioni di euro. Inoltre nella zona a nord del porto di Tremestieri, spiega il Comune, «sono stati appaltati insieme al porto gli interventi a protezione delle coste e il relativo ripascimento, che verrà effettuato con la sabbia che verrà prelevata dal porto stesso a seguito del dragaggio definitivo».
Presto in gara Sono due i progetti che stanno per andare a gara e che, quindi, verranno appaltati nelle prossime settimane: quello da 4 milioni di euro circa per la sistemazione idraulica del torrente Annunziata e la ricostruzione alveo dissestato e quello da poco più di mezzo milione di euro (è già stato aggiudicato il primo stralcio) per la rifioritura e il salpamento massi nel tratto di costa antistante l’abitato di Briga e Giampilieri marina.
In fase di progettazione Sono più di trenta gli interventi in fase di progettazione, in alcuni casi più avanzata, in altri preliminare o in attesa di autorizzazione, con più fonti di finanziamento, tra le quali i Pn Metro Plus 2021-2027. Questi i più importanti, in ordine di importo: adeguamento e sistemazione dell’alveo del torrente Zafferia (30 milioni); secondo stralcio funzionale della mitigazione del rischio alluvioni sul torrente San Filippo (21,5 milioni); secondo lotto della messa in sicurezza del torrente Papardo (19 milioni); primo stralcio funzionale del torrente Larderia (18,8 milioni); mitigazione del rischio idrogeologico e dell'erosione costiera a Casabianca (15 milioni), nei tratti più critici tra Mezzana-Mulinello e Tono (14,9 milioni) e in quelli compresi tra Marmora, Rodia Puccino, Capo Rasocolmo e Acqualadroni (8,5 milioni); messa in sicurezza del torrente San Michele (9,6 milioni) e primo stralcio funzionale per la mitigazione del rischio alluvioni sul torrente Papardo (7,9 milioni); mitigazione del rischio idraulico tramite l'eliminazione di alcuni attraversamenti e guadi, con la realizzazione di manufatti (3 milioni); completamento degli interventi di riduzione del rischio alluvioni dei torrenti cittadini, compresi quelli tombinati e delle relative vasche di calma (oltre 2,4 milioni).

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