«A fine anno andrò in pensione, voglio lasciare qualcosa alla mia città, coronando l’impegno di tutti questi anni e, in particolare, degli ultimi mesi». Queste furono le parole dell’arch. Mirella Vinci, nel marzo 2024, al termine di uno dei tanti sopralluoghi nei cantieri aperti dalla Soprintendenza, nel cuore della Zona falcata. E qui Mirella Vinci, oggi non più soprintendente ai Beni culturali di Messina, ma commissaria per l’attuazione degli interventi già programmati (Falce, cripta del Duomo, Badiazza), lascia in eredità alla città pezzi importanti, tessere di un mosaico che potrà dirsi completo il giorno in cui sarà recuperata pienamente la Real Cittadella e verranno messi in rete tutti i resti monumentali che punteggiano la penisola di San Raineri, in un percorso finalmente fruibile da cittadini e turisti. Intanto, proprio alla città vengono riconsegnati tre tasselli di quel “puzzle” chiamato Zona falcata. Ieri mattina, infatti, è stato annunciato ufficialmente il completamento degli interventi di restauro, che hanno riguardato la Stele della Madonnina, simbolo della nostra identità; la Porta spagnola, ingresso monumentale al Forte San Salvatore; il settecentesco Portale di accesso alla cinquecentesca Lanterna di San Raineri, capolavoro architettonico del Montorsoli. La Stele è tornata a risplendere, una torre bianca a trafiggere l’azzurro del cielo, in quel punto dove si domina Messina, dove il volo dei gabbiani s’intreccia con il passaggio delle navi, lì da dove la Madonnina benedice quotidianamente la città e il suo Stretto. Realizzata su progetto di Francesco Barbaro nel 1934, rivestita in pietra bianca, si staglia, con i suoi 60 metri d’altezza, sorregge la statua di bronzo della Vergine benedicente, opera di Tore Calabrò. Era ridotta male, a causa dell’opera corrosiva del tempo, del vento e della salsedine. I lavori sono stati effettuati dalla ditta “Tecno Costruzioni” di Gangi. Anche la Porta spagnola ha riacquistato la bellezza smarrita, splendida testimonianza dell’architettura secentesca, posteriore al Forte San Salvatore. È stato recuperato l’intero bastione nord, restaurata l’Aquila asburgica e l’epigrafe in spagnolo, riferita ai lavori che vennero eseguiti nel 1614. Il Portale della Lanterna, di fatto, era come se non ci fosse più. Era in condizioni così disastrose, da autorizzare eventuali intenzioni di smantellamento e rimozione. E invece l’arch. Vinci ha fermamente creduto nella possibilità di recuperare questo accesso monumentale al Faro del Montorsoli, che è di epoca diversa (risale alle sistemazioni effettuate tra la fine del XVIII e la prima metà del XIX secolo) rispetto alla cinquecentesca Lanterna. E oggi quel Portale fa davvero parte integrante del complesso monumentale, grazie ai lavori eseguiti dalla ditta “Due Effe” di Bagheria. Stona, purtroppo, la vicinanza degli eurobunker, dei quali si attende (prima o poi...) la demolizione.