Oggi sarà pubblicata in Gazzetta ufficiale la legge approvata lo scorso dicembre (Finanziaria) che all’art. 2 prevede il ripristino delle gratuità per i biglietti dalla Sicilia verso le isole minori e viceversa, nonché per il trasferimento all’interno degli arcipelaghi delle isole minori per i dipendenti che prestano servizio pubblico nelle isole minori e per i dipendenti residenti delle isole minori che prestano servizio pubblico in Sicilia. Lo hanno assicurato gli uffici dell’Ars in risposta a quanto sollecitato dal Comitato dei pendolari per le Eolie, che mercoledì scorso hanno protestato a Milazzo, preannunciando l’intenzione di scrivere anche una lettera alla prefetta di Messina Cosima Di Stani. La notizia può considerarsi positiva, perché quanto era stato affermato da alcuni deputati trova conferma, prevedendo una importante novità anche per gli isolani, giacché la gratuità per chi viaggia dalla terraferma è estesa anche ai residenti che si recheranno fuori dalle isole per prestare servizio pubblico. Ci sono però – e questo è il rovescio della medaglia – alcune cose che preoccupano. Innanzitutto, che la mera pubblicazione di una norma non significa applicazione, in quanto necessita di un decreto attuativo da parte degli uffici dell’assessorato alle Infrastrutture. Decreto che ancora non è stato fatto e la cui formulazione non appare semplice per una questione (e qui ecco l’altro problema) puramente economico. Nella legge, infatti, si prevede una dotazione finanziaria di un milione e 600mila euro per il 2025 e di 2 milioni sia per il 2026 sia per il 2027. Somme che, al di là delle entusiastiche dichiarazioni di qualche deputato, saranno sicuramente insufficienti per garantire le agevolazioni per tutti i 12 mesi. Lo si è visto nel 2024, con la spesa superiore a quanto stanziato per l’anno in corso (si aggirava sui 2 milioni, peraltro non versati a Liberty Lines). Se poi aggiungiamo l’estensione del beneficio anche ai residenti dell’Arcipelago, ecco che lo sforamento è certo. All’Assessorato palermitano si sussurra che l’intendimento è prevedere dei criteri più stringenti per assegnare il beneficio al viaggiatore, ma non risulta poi facile tramutare in concretezza e quindi metterlo su carta questa volontà. Ecco perché si stanno registrando dei ritardi, al di là di quelli di pubblicazione della norma. Nel frattempo, però, i viaggiatori proseguono la loro battaglia per il riconoscimento del diritto, poiché non possono sopportare il costo del biglietto per andare a lavorare. E sono soprattutto gli insegnanti quelli più agguerriti.