Marcello Sina, 56 anni e padre di due figlie, residente a Belpasso ma domiciliato a Braidi (Montalbano Elicona). È lui l’uomo che, intorno alle 15,30 di lunedì scorso, è precipitato in un dirupo lungo la strada di penetrazione agricola “Serbeto – Cafocchio – Mortizzi – San Cosimo”, in territorio di Patti, mentre era alla guida di un camion di proprietà dell’azienda boschiva e di movimento terra per la quale lavorava con la mansione di autista. Il mezzo pesante è rotolato giù dalla scarpata per parecchie decine di metri, mentre l’uomo sarebbe stato sbalzato fuori dall’abitacolo. Vani i tentativi di rianimazione da parte del personale medico del 118: il 56enne è spirato poco prima dell’arrivo dell’elisoccorso. Secondo una prima ricostruzione Sina, che viaggiava in direzione Patti, avrebbe accostato il camion lungo il ciglio destro della Provinciale agricola 189 per consentire il passaggio di un’autovettura che stava percorrendo il medesimo tratto di strada. Improvvisamente l’asfalto avrebbe ceduto sotto il peso del mezzo pesante, sprofondando a valle e trascinando il mezzo lungo la scarpata. Il corpo senza vita di Marcello Sina è stato trasferito nella camera mortuaria dell’ospedale “Barone Romeo” di Patti in attesa dell’autopsia, mentre l’autorità giudiziaria ha nel frattempo aperto un fascicolo per appurare eventuali responsabilità. Al lavoro anche i carabinieri della Stazione di Patti, che stanno cercando di far luce sull’esatta dinamica della tragedia. Il 20 gennaio, appena una settimana prima del terribile incidente, la direzione Viabilità della Città metropolitana di Messina aveva disposto la chiusura al transito della Provinciale 119 di Moreri per una frana di grosse dimensioni, individuando contestualmente la Provinciale di penetrazione agricola “Serbeto - Cafocchio -Mortizzi - S. Cosimo” quale strada idonea a garantire la viabilità alternativa. L’ordinanza, la numero 5/25, specificava, inoltre, che il transito lungo la Provinciale agricola 189 sarebbe stato concesso esclusivamente alle autovetture. Tuttavia sia lungo l’intero tracciato che prima dei due imbocchi, lato Montalbano e lato Patti, non vi sarebbe stata alcuna traccia della opportuna segnaletica di divieto di transito per autocarri e mezzi pesanti. Si moltiplicano, intanto, i messaggi di cordoglio rivolti alla famiglia; commoventi le parole pubblicate sui social dalla figlia Eleonora: «Papà mio, è bastato un attimo a strapparti via da me. Quanto dura un attimo improvviso? Dura quanto basta per rovinare una vita per sempre. Me lo hanno rubato, ti sei visto morire papà. Non avremo mai più pace, mai più». Anche Il sindaco di Montalbano. Antonino Todaro, gli assessori, il presidente del Consiglio e i consiglieri tutti hanno espresso cordoglio alla famiglia. Marcello Sina, stimato e benvoluto da tutti, ogni fine settimana rientrava a Belpasso per trascorrere del tempo con la famiglia ma durante i giorni lavorativi era sempre a Braidi, alle dipendenze della ditta di Carmelo Gulino: l’imprenditore di Montalbano Elicona che ha avuto il coraggio di denunciare le estorsioni e le intimidazioni mafiose dei tortoriciani e grazie al quale aveva preso forma l’inchiesta poi sfociata nell’imponente operazione “Nebrodi”.