Saranno sentiti parecchi testi, citati dall’accusa e dalla difesa. Poi ci sono da trascrivere le decine di intercettazioni dell’inchiesta, e per questo i giudici affideranno una perizia alla prossima udienza. S’è aperto con la definizione dei cosiddetti “mezzi di prova” il processo per i riti ordinari sui casi di corruzione elettorale legate ai lavori nel torrente Bisconte-Cataratti, che a metà marzo del 2024 fece finire nei guai l’ex capo dell’Ufficio regionale del dissesto idrogeologico Maurizio Croce e parecchi altri indagati. Per l’accusa c’era ieri in aula la pm Liliana Todaro, che a suo tempo fu uno dei magistrati che seguì l’indagine della Guardia di finanza. Ha depositato una lunga lista-testi, così come hanno fatto anche tutti i difensori. I giudici hanno accolto tutte le richieste delle parti, i difensori non hanno formulato eccezioni. Croce ha già patteggiato la pena - a 3 anni, 7 mesi e 10 giorni, con l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni -, insieme ad altri imputati ed è “uscito” definitivamente dal processo. Con lui nel novembre scorso hanno patteggiato la pena anche l’imprenditore etneo Giuseppe Capizzi, la “gola profonda” che ha poi raccontato tutto ai magistrati, l’ex direttore generale dell’Arpa Sicilia Francesco Vazzana e la geometra Rossella Venuti, in qualità di funzionario responsabile dell’Area tecnica I-Patto per il Sud nell’ambito dell’Ufficio per il dissesto idrogeologico. Quello che s’è aperto ieri davanti alla prima sezione penale del tribunale presieduta dalla giudice Maria Eugenia Grimaldi è invece il troncone che riguarda gli imputati che a suo tempo, durante l’udienza preliminare, hanno scelto il rito ordinario Adesso si tratta quindi di un fascicolo che vede complessivamente otto imputati. Ci sono il geometra barcellonese Antonino Cortese, in qualità di funzionario del dipartimento di Protezione Civile e difesa del suolo del Comune di Messina, ex direttore dei lavori dell’appalto per la riqualificazione del torrente Cataratti-Bisconte; l’imprenditore messinese della Betoncall s.r.l.s. Rosario Arcovito; l’imprenditore messinese Giovanni Pino; l’imprenditore brontese Davide Tommaso Spitaleri, che hanno fatto da tramite con Croce e l’ex direttore dell’Arpa Vazzana (Arcovito, Pino e Spitaleri sono considerati dalla Procura “soggetti fiduciari” di Giuseppe Capizzi, la contestazione è per tutti di finanziamento illecito ai partiti). Ed ancora Francesco Di Maio, Giuseppe Francesco Mazzeo e Giuseppe Vaccarino. E c’è anche l’agrigentino Giovanni “Enzo” Cucchiara, responsabile della sicurezza e factotum del Verdura Resort di Sciacca del Gruppo Forte.