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Messina, foto pedopornografica scaricata a sua insaputa: assolto un 43enne

Aveva scaricato un’immagine pedopornografico a sua insaputa. Nonostante l’avesse immediatamente cancellata, appena si era reso conto del contenuto, era finito sotto processo con l’accusa di diffusione e detenzione di materiale pedopornografico. Una vicenda che ieri si è chiusa con l’assoluzione piena per C.M. 43 anni. Il Tribunale, presieduto dalla giudice Monica Marino lo ha assolto perché “il fatto non costituisce reato” essendo emersa, nel corso dell’istruttoria dibattimentale, che per entrambe le ipotesi di reato non c’erano elementi sufficienti a supportare l’accusa. La difesa, rappresentata dagli avvocati Alfonso Polto e Miriam Di Stefano, è riuscita a dimostrare che l’uomo non sapeva di aver condiviso quell’immagine. Come spiegato dagli stessi operatori della polizia giudiziaria che hanno svolto gli accertamenti e che sono stati sentiti nel processo, l’uomo usava un programma di file sharing nella fattispecie eMule e che è possibile che un utente, tramite questa piattaforma, possa condividere inconsapevolmente qualsiasi file, senza sapere cosa stia condividendo, essendo ciò una caratteristica implicita del funzionamento del programma utilizzato. Gli avvocati Polto e Di Stefano hanno fatto emergere che non è stato neppure provato con quale chiave di ricerca l’uomo si sia ritrovato il file in questione, mentre, durante la perquisizione, non era stata trovata traccia del video. Anche per quanto riguarda la detenzione di una foto nel processo è emerso, che era stata definitivamente cancellata dopo appena tre minuti dallo scaricamento e, come dimostrato dalla difesa «la traccia rinvenuta all’interno della cache grazie all’utilizzo delle apparecchiature in dotazione alla P.G., non era in alcun modo ripristinabile. Per il resto non è stata rinvenuta all’interno dell’hard disk alcuna cartella dedicata alla conservazione o condivisione di materiale pedopornografico, e pertanto non vi era alcun elemento probatorio idoneo a dimostrare l’effettiva volontà di detenere il file».

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