La piena riattivazione della portualità principale di Lipari, e a seguire quella degli altri piccoli porti investiti dalla mareggiata dello scorso 17 gennaio, non è procrastinabile e deve avvenire il più presto possibile, anche in considerazione della movimentazione che è connessa, non solo alla mobilità dei residenti, ma anche a quella turistica. Una ricognizione è stata effettuata dal dirigente regionale dell’assessorato delle Infrastrutture Giancarlo Teresi. Accompagnato dal dirigente del III settore del Comune di Lipari, Mirko Ficarra e dal capo area dei lavori pubblici Carmelo Meduri, il dirigente regionale ha constatato quelli che sono i danni nell’area di Sottomonastero che rendono inagibili, così come da ordinanza del comandante del porto di Lipari, Fabio Cicero, il pontile a giorno, destinato all’approdo degli aliscafi e dei mezzi veloci di linea in genere, così come due dei tre punti approdo delle navi. Situazione che comporta il “dirottamento” degli aliscafi nell’approdo di Punta Scaliddi che, però, non può essere utilizzato se vi è già ormeggiata la nave e viceversa. Così come non vi può essere l’approdo contemporaneo di più navi. Il dirigente regionale, durante il sopralluogo, si è fatto un’idea delle somme occorrenti e a Palermo è stato garantito ci si attiverà in tempi brevissimi nel contesto dello stato di crisi e di emergenza, proclamato dal Governo Schifani, per dodici mesi per i 116 Comuni siciliani colpiti dall’ondata di maltempo nei giorni 16 e 17 gennaio scorsi. Ricordiamo che la violenta mareggiata ha causato danni anche alle strutture portuali di Stromboli (dove si è già intervenuto), Vulcano, Filicudi porto, Alicudi, Canneto e Porticello (Lipari) e nel nuovo porto di Malfa, nell’isola di Salina. Un discorso a parte va fatto per il pontile di Protezione civile di Ginostra, non interessato da questa mareggiata, ma sul quale, dopo che il 19/20 dicembre, due grossi cassoni del muro paraonde sono stati scardinati dal mare in tempesta, bisogna intervenire non solo per reinstallare i cassoni mancanti ma per proteggere adeguatamente tutta quella parte della struttura, altrimenti facilmente aggredibile dai marosi. re.mi.