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Minori a Messina, scatta un gravissimo allarme sociale. Così crescono le nuove leve dei clan mafiosi

Uno dei capitoli della Relazione del presidente della Corte d’Appello, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario, desta forti timori. È aumentato del 67% il numero dei reati commessi da minorenni. Il “branco”condiziona ed è sempre più violento. Le droghe dilagano

Il disagio di giovani e minori, a Messina e in molti centri della provincia, è un allarme sociale, con conseguenze di vario genere, comprese quelle che riguardano i risvolti penali. Dalla Relazione sull’amministrazione della Giustizia, con la quale il presidente della Corte d’Appello Luigi Lombardo ha aperto l’Anno giudiziario, si evincono dati e considerazioni che devono diventare oggetto di riflessione comune, da parte di tutti gli enti e le istituzioni territoriali. Vediamo di riassumerli.
Il malessere giovanile «Il presidente del Tribunale per i minorenni di Messina – ha detto Lombardo – segnala come, nel Distretto messinese, sia perdurante uno stato di malessere giovanile determinato dalla mancanza di figure di riferimento stabili e coerenti, conseguente alla fragilità dei sistemi familiari e all’incapacità dei genitori di svolgere la funzione educativa, di contenere la condotta e di gestire i conflitti. Ciò che colpisce è, soprattutto, la solitudine e la trascuratezza di molti minorenni, anche in tenerissima età, spesso vittime di violenze, sia dirette sia assistite, in ambiti familiari complessi e anche patologici, dove si rileva l’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti. È stato osservato, sia in ambito civile che penale, che spesso questi giovani cercano di risolvere la disfunzionalità delle relazioni familiari mediante l’adesione al gruppo dei pari, dal quale vengono trascinati in comportamenti aggressivi, che sono espressione di rabbia per le frustrazioni e le incomprensioni patite.

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