Il crollo del lungomare di S. Teresa di Riva non è soltanto un danno ad una delle infrastrutture principali della città, ma anche un avvenimento che colpisce alcune attività economiche presenti sulla litoranea e, in particolare, quelle stagionali che vengono allestite sulla spiaggia nel periodo estivo, meta di residenti e turisti. Una in particolare, lo stabilimento balneare “Lido Ondazzurra”, vive nella più totale incertezza su cosa accadrà nei prossimi mesi, visto che sorge proprio nel tratto di arenile interessato dal cedimento, che oggi appare inagibile visto il rischio di ulteriore crollo del bastione che sorregge il lungomare. All’indomani della visita del governatore Schifani, alla quale i titolari hanno assistito speranzosi, la “Gazzetta del Sud” ha incontrato la famiglia Trovato, proprietaria dello stabilimento, e ad esprimersi sulla vicenda è stata la figlia Maria Catena. - Cosa avete pensato appena avete visto questo disastro sul lungomare? «È stato un fulmine a ciel sereno, già alle 4 di notte ci sono giunte le foto del tratto crollato ed è stato uno choc. Non pensavamo che questa mareggiata, pur essendo stata forte come previsto, potesse causare un tale danno. Siamo caduti nello sconforto ma dopo, a mente fredda, abbiamo pensato ad individuare una soluzione per cercare di ripartire». - Temete adesso che la prossima stagione balneare possa essere compromessa? «Purtroppo sì, vedendo i danni della mareggiata e il crollo del muro e delle piazzette temiamo di non poter lavorare nella prossima stagione estiva nel tratto di spiaggia che abbiamo in concessione. Speriamo si possa trovare una soluzione, magari spostandoci. Abbiamo parlato con il Comune e ci hanno assicurato un aiuto per trovare un’alternativa, però adesso dobbiamo interloquire con gli organi competenti, come il Demanio marittimo, per capire come muoverci senza incorrere in sanzioni o irregolarità».