Lipari, ad Acquacalda un'altra missione urgente per salvare San Gaetano dall'erosione costiera
Il borgo di San Gaetano della frazione marina di Acquacalda è uno dei luoghi più belli e identitari dell’isola e del Comune di Lipari e finalmente, a fatica, potrebbe imboccare la via di uscita da un tunnel storico di mancati interventi, per fronteggiare la gravissima erosione che martella il litorale, spaventa ed inquieta residenti e turisti. È la storia di un mare che ogni inverno “entra nelle case”, con quel che ne segue tra precarietà e paura, senza mai interventi risolutivi. Un prolungarsi kafkiano di iter burocratici e di opere parziali, che si trascina da decenni, aggravato di recente dalla tremenda mareggiata del dicembre 2019, eppure irrisolto nonostante lo stato d’emergenza dichiarato fin dal 2020 e i fondi stanziati, per 4,4 milioni. Un tormento riacceso dalla mareggiata del dicembre 2024, e dagli altri due colpi di mare in rapida successione, il tutto ormai sotto lo spettro del cambio climatico. La via di uscita da questo calvario, che attanaglia la parte più abitata di un litorale pomicifero d’incanto premiato tutti gli anni con la Bandiera Blu, potrebbe essere dietro l’angolo. Passa dall’aggiornamento e dall’attuazione del progetto dei « Lavori urgenti di ripristino e messa in sicurezza del lungomare, lotto 1» prevedente opere per oltre 3 milioni. Un progetto aggiudicato dal Comune quale soggetto attuatore, alla società Dinamica di Messina che ha vinto una gara e lo ha redatto, in due lotti, sulla base degli elaborati di fattibilità tecnica del Comune. Un progetto ormai prossimo all’appalto, come garantisce il sindaco Riccardo Gullo, l’attuale soggetto attuatore. Accade però che, da oltre 8 mesi, la Protezione civile di Messina ha chiesto al soggetto attuatore di rivedere le scelte progettuali «incrementando le opere da eseguire a protezione dal mare piuttosto che l’esecuzione di nuovi interventi sulla viabilità». In estrema sintesi, troppo sarebbe stato previsto per la strada lungomare e poco per la protezione della costa con opere a terra. Anche perché il secondo lotto dei lavori urgenti, la soluzione radicale tramite il potenziamento delle barriere radenti e soprattutto il ripascimento della spiaggia con le barriere sommerse, prevede interventi da finanziare con 15 milioni. Fondi che il sindaco-commissario sta cercando di ottenere ma che tracciano, evidentemente un futuro molto più lontano dal presente. Tornando all’emergenza, dopo la mareggiata del 19 dicembre scorso, che ha abbattuto un tratto di circa 200 metri del muretto di protezione e danneggiato la strada, ad inizio gennaio si è tenuta una videoconferenza tra la Protezione civile di Messina, diretta dall’ingegnere. Bruno Manfré, e l’ufficio tecnico dell’amministrazione del sindaco Riccardo Gullo. Sul tavolo il progetto del lotto 1, già munito di quasi tutti i pareri ma che, anche alla luce dell’emergenza incalzante, deve perseguire come prioritari gli obiettivi di protezione dell’abitato. In particolare, l’ufficio regionale ha osservato che l’adeguamento richiesto il 26 settembre scorso, ed ancor prima in aprile, è stato attuato solo in modo parziale. Riassumendo – spiega oggi il dirigente Manfré – «sono stati previsti solo circa 150 metri di barriera, distribuita in tre tratti, in parte con rifioritura di massi preesistenti e in parte con l’impiego di nuovi massi lavici da 2,7 tonnellate a metro cubo. Ma complessivamente, le opere di viabilità ammontano a circa 2,4 milioni mentre quelle di protezione civile a 651.000 euro».