Cosentino di origine, Giampiero Rizzo, 61 anni tra pochi giorni, da quasi quattro mesi guida il comando provinciale dei vigili del fuoco di Messsina. La realizzazione di una nuova caserma, i presidi alle Eolie, il pericolo alluvioni e l’emergenza incendi tra le priorità che sta affrontando.
«Partiamo dal personale, è quello a cui tengo di più. Ho trovato molta professionalità, non ci sono criticità dal punto di vista interventistico. Abbiamo solo una carenza, che si attesta intorno al 13-14%, per quanto attiene il profilo dei capi squadra e dei capi reparto, inoltre c’è una grossa percentuale di personale non più idoneo al servizio perché si è alzata l’età pensionabile».
Dal punto di vista infrastrutturale quali sono i problemi?
« La prima cosa che ho notato appena sono arrivato a Messina è che le sedi di servizio sono antiquate, risalgono, credo, agli anni Sessanta. I locali non sono più idonei anche perché sono cambiati i mezzi e ci sono esigenze completamente diverse. I mezzi sono aumentati di dimensione per cui non c’è nemmeno lo spazio per poterli ricoverare adeguatamente. Non abbiamo, per esempio, un’autorimessa adeguata a contenere tutti i mezzi a disposizione. Per quanto riguarda le sedi periferiche, abbiamo sei distaccamenti permanenti e cinque volontari sia sulla parte ionica (Letojanni è l’unica sede di nostra proprietà) che in quella tirrenica dove alcune sono a locazione passiva e non sono idonee per le nostre esigenze».
C’è il progetto di una nuova caserma?
«Sulla sede centrale siamo riusciti a individuare un’area idonea per poter realizzare la nuova sede del comando, la stiamo valutando. È fondamentale, per noi e per la città, anche in previsione dell’eventuale realizzazione del Ponte, uno spostamento di tutto il comando provinciale»
Dove sorgerà la nuova caserma?
«L’area non è ancora nella nostra disponibilità, è nella zona sud, molto vicino rispetto a questa caserma. Siamo nella fase della valutazione sia per la concessione sia per lo studio di fattibilità. È solo un’ipotesi progettuale ma credo che possa essere percorsa, penso che occorrerà un orizzonte di circa 5 anni. C’era un progetto per riqualificare questa sede risalente a 6-7 anni fa, che implica però interventi molto invasivi, una durata dei lavori elevata e non consente di organizzarci adeguatamente nella caserma. Si allungano notevolmente i tempi e i costi».
Alluvioni, smottamenti e allagamenti come affrontare queste emergenze?
«Storicamente Messina, specialmente la parte ionica, ha avuto diverse emergenze, una per tutti l’alluvione di Giampilieri. La zona a sud che va verso Catania è vulnerabile da questo punto di vista, per cui nella stagione invernale abbiamo molta attenzione per questi fenomeni che sono diventati sempre più intensi e imprevedibili, dobbiamo avere una prontezza operativa ancora più attenta».
Per le isole Eolie, un solo distaccamento è sufficiente?
«Abbiamo un solo distaccamento a Lipari che dovrebbe sovrintendere tutto l’arcipelago con tempi però che sappiamo non sono spesso compatibili con l’efficacia del soccorso. Uno studio sul miglioramento della risposta operativa alle Eolie prevede la possibilità d’introduzione di un distaccamento volontario. Abbiamo proposto ai sindaci delle Eolie di istituirlo, questo implica però che i sindaci devono fornirci una idonea collocazione logistica, poi i mezzi li mandiamo noi e il personale lo formiamo. Per l’estate abbiamo un ulteriore presidio fisso a Vulcano. Inoltre c’è anche la possibilità di elitrasportare il personale in tempi abbastanza brevi, utilizzando il nucleo elicotteri di Catania. Per cui, in funzione del tipo di esigenza, abbiamo una prontezza operativa abbastanza veloce».
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia