Ora il cerchio è chiuso davvero. Rimaneva un unico passo da compiere, dopo il valzer di dimissioni e nuove nomine nelle società partecipate del Comune che ha caratterizzato l’autunno scorso: “ripescare” l’ex presidente di Amam, Loredana Bonasera, andata via dall’azienda che gestisce idrico anche con l’obiettivo di calmare le acque (è il caso di dirlo) dopo un’estate fin troppo turbolenta, ma mai veramente bocciata dal sindaco Federico Basile. Tant’è che tutti ritenevano che, prima o poi, sarebbe rientrata in squadra. E in squadra c’è rientrata, insieme ad un’altra ex consigliera d’amministrazione di Amam, l’avvocata Alessandra Franza, anche lei troppo vicina all’amministrazione per essere tenuta fuori dal giro. L’ufficialità è arrivata ieri, col provvedimento siglato dal direttore generale Salvo Puccio che formalizza l’assunzione a tempo determinato, per un anno, di Bonasera, Franza e un’altra architetta, Paola Lombardo, ritenuta anche lei vicina all’ambiente politico deluchiano: sono loro le tre professioniste esperte «in materie tecniche e amministrative con contratto di consulenza della durata di un anno» chiamate a dare «supporto delle attività di progettazione per l’attuazione territoriale delle Politiche di coesione 2021-2027 della Regione Siciliana». Bonasera, Franza e Lombardo, come recita l’avviso pubblico del 17 dicembre scorso, firmeranno un contratto di collaborazione di lavoro non subordinato della durata massima di 12 mesi, con un compenso massimo di 25 mila euro oneri compresi oltre Iva e fino a mille euro per le spese di mobilità. Dopo l’avviso erano state 14 le domande di partecipazione e dopo una prima scrematura, effettuata il 30 dicembre dalla commissione interna presieduta dallo stesso Salvo Puccio (che con Bonasera aveva lavorato in Amam sia da presidente che da dirigente), il 7 gennaio si sono tenuti i colloqui con i 10 candidati rimasti, per arrivare, quindi, alla scelta delle tre professioniste. Tutte, chi più chi meno, vicine politicamente all’Amministrazione.
Ma non sono le uniche nomine formalizzate ieri. Dopo le dimissioni «per motivi personali» di Francesco La Fauci prima e Domenica Vicidomini, Comune e Città metropolitana, enti guidati entrambi dal sindaco Basile, hanno dovuto scegliere i nuovi componenti del consiglio d’indirizzo della Fondazione “Messina per la Cultura”. Una realtà finora fantasma, dotata in prima battuta di un budget di 100 mila euro che, nelle intenzioni dell’Amministrazione (e del consiglio comunale che l’ha votata), dovrebbe occuparsi «di promozione e innovazione culturale, sostenendo, tra l’altro, in Italia e all’estero, iniziative di sviluppo turistico e di marketing territoriale attraverso l’identificazione e lo sviluppo del brand “Messina”». I nomi scelti sono di spessore e dal curriculum importante: l’ex provveditore agli Studi (nonché attuale esperto del sindaco ai rapporti con scuola e università) Stello Vadalà e l’attuale dirigente della Soprintendenza ai beni culturali, Mirella Vinci. «Insieme a me, in qualità di sindaco, guideranno questa importante realtà culturale per la nostra città». Di cui, finora, non si è avuta traccia.
Comune di Messina, tre nuove esperte per i progetti di coesione: rientra a palazzo Zanca anche Loredana Bonasera
Per questi incarichi, a tempo determinato, il budget stanziato dal Comune è di poco più di 107 mila euro
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