Messina

Domenica 19 Gennaio 2025

Autostrada Messina-Palermo, risponde il Cas: «Tanti lavori nel 2025, nessun aumento dei pedaggi, ogni euro speso per le manutenzioni» L'INTERVISTA

Il presidente del Cas Filippo Nasca definisce l’A20 «un’autostrada che sta invecchiando male e che necessita di importanti interventi di manutenzione». Un sistema viario «molto complesso» e per il quale sono programmati interventi di un certo peso per tutto il 2025. Ai cantieri, vecchi e nuovi, corrisponderanno quindi «disagi per gli utenti della strada». Anche se un cantiere aperto, a patto che si lavori a spron battuto, può assumere la forma di un bicchiere mezzo pieno. Partiamo dalle condizioni dell’asfalto. In tanti punti c’è ancora tanto da fare? «Abbiamo completato il rifacimento lungo la prima tratta, da Villafranca a Patti, ed è pronto il progetto che riguarda la porzione successiva». E i cantieri e le parzializzazioni? Premetto che bisogna fare delle distinzioni. Ci sono zone in cui si vedono maestranze all’opera, altre, come negli interventi relativi ai giunti dei viadotti, in cui essi lavorano alla base. Nel primo caso, penso all’appalto in corso sulla sicurezza delle barriere spartitraffico da Milazzo e Falcone, ma anche alle manutenzioni del verde. Nel secondo rientreranno prossimamente i lavori sui viadotti Buzza e Furiano, entrambi sono progettati, quelli di uno già in gara e partiranno quest’anno«. Si tratta di interventi consistenti, soprattutto questi ultimi, quanto avete come risorse disponibili? «I Governi Meloni e Schifani ci hanno messo a disposizione 253 milioni di euro. Parte dei fondi sono stati utilizzati per lavori, altri lo saranno a breve e in futuro. È giusto dire agli automobilisti che il 2025 sarà un anno nel quale ancora subiranno disagi». Passando al capitolo gallerie, l’A20 ne ha 70 che necessitano di misure di sicurezza particolarmente gravose e onerose. Abbiamo chiesto pertanto altre risorse e ottenuto rassicurazioni, anche alla luce del fatto che riscontriamo volumi di traffico in aumento. Quindi, siamo impegnati a migliorare i servizi, nel solco di un percorso già avviato, come l’introduzione e implementazione della messaggistica sui social, l’attivazione dei pannelli a messaggeria variabile». Però anche il rispetto della tempistica dei lavori è fondamentale? Vigilate? «Abbiamo fatto tanti passi avanti, ma non risolto tutti i problemi in questo ambito. Ad esempio, riscontriamo ritardi al momento nel caso del cavalcavia di Spadafora e contiamo di risolverli a breve. È necessario elevare la soglia di attenzione, però ci aiuteranno anche procedure più snelle in fase di aggiudicazione, come previsto dal nuovo Codice degli appalti, accompagnate da una migliore esecuzione delle opere. A proposito del 2025, nel primo semestre saranno affidate diverse gare, da giugno in poi apriremo altri cantieri importanti». Soffermiamoci sui volumi di traffico, l’A20 ne ha meno dell’A18, ciò incide nella ripartizione delle somme e programmazione dei lavori? «Ciò è vero solo in parte, non dimentichiamoci del fatto che sul versante tirrenico ci sono flussi turistici non indifferenti, penso a Milazzo, Capo d’Orlando. La sicurezza è sempre prioritaria». Si pensa anche in ottica futura, agli scenari che potrebbe aprire il Ponte sullo Stretto per le autostrade da voi gestite? «Certamente, tutta la viabilità aggiuntiva che porterà questa grande infrastruttura si innesterà sulla nostra rete autostradale. La finanziaria nazionale ha previsto un accordo per “depedaggiare” l’uscita a Villafranca e nelle prossime settimane ci vedremo con la Stretto di Messina per dare attuazione. L’eliminazione non sarà immediata, ma la norma adesso c’è ed è stato superato l’ostacolo della nostra perdita di ingenti risorse dedicate alle manutenzioni». Tornando al presente, avere una sola stazione di servizio in provincia di Messina, da Villafranca a Tusa, è un nodo da sciogliere. Il Cas ci riuscirà? «Sulle nostre tratte ci sono 13 aree di servizio, il mercato è cambiato, molte gare esperite nel 2022 per dare gli impianti in concessione non sono state aggiudicate perché ritenute dagli operatori non remunerative. Stiamo gestendo un nuovo bando per la stazione “Tindari Nord”, mentre quella sul versante opposto è stata bonificata e cercheremo di rimetterla a nuovo e in sicurezza e affidarla a chi sarà interessato».

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