Messina

Giovedì 16 Gennaio 2025

Dalla Conferenza di Messina del 1955 al futuro dell'Europa: attesa la lectio di Mattarella

La lectio doctoralis del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sarà il momento conclusivo, quello più alto e prestigioso di una tre giorni che, anche grazie alla presenza del Capo dello Stato, sarà il miglior viatico ad un 2025 che, per Messina, rappresenterà un anniversario diverso dagli altri. Ad inizio giugno saranno trascorsi 70 anni dalla Conferenza di Messina, un evento la cui storicità è legata a quello che negli annali viene ricordato come lo “spirito di Messina”, ossia quello spirito che, dopo due giorni di tensioni e col freno a mano tirato, permise il 3 giugno del 1955 di arrivare alla “Risoluzione di Messina”. L’atto che pose le basi per il Mercato comune europeo e quindi, secondo molti, per l’esistenza stessa dell’Europa così come oggi la conosciamo. L’importanza di andare oltre la celebrazione e quindi riportare in vita quello spirito è alla base della tre giorni che culminerà mercoledì prossimo, 22 gennaio, con la Cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico, in cui ospite d’onore sarà, appunto, il presidente Mattarella. “Messina Europa, 1955-2025” è dunque il filo conduttore di una serie di iniziative che partiranno lunedì 20, alle 9, con la sessione inaugurale al Rettorato, introdotta dal prof. Alessandro Morelli, direttore del dipartimento di Scienze politiche e giuridiche, mentre le relazioni di docenti ed esperti saranno coordinate del prof. Luigi Chiara. Gli appuntamenti del pomeriggio, a partire dalle 15, saranno introdotti e presieduti dal prof. Francesco Trimarchi, direttore II classe (Scienze medico-biologiche) dell’Accademia peloritana dei Pericolanti e saranno dedicati alla figura di Gaetano Martino, “medico e statista liberale” messinese, al tempo della Conferenza del 1955 ministro degli Esteri del governo Scelba. Due le sessioni pomeridiane, la prima moderata dai professori Antonino Germanà e Paolo Giaquinta, la seconda dai professori Salvatore Cannavò e Domenico Cucinotta. La seconda giornata, martedì 21 con inizio sempre alle 9 al Rettorato, sarà introdotta dal prof. Alessio Lo Giudice, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, e coordinata dal prof. Giacomo D’Amico. L’evento si concluderà con una tavola rotonda (“Uno spazio pubblico europeo: quali strategie e quali strumenti per realizzarlo”), a partire dalle 15, coordinata dalla prof.ssa Lina Panella. Mercoledì 22 gennaio, alle 11, sarà il teatro Vittorio Emanuele ad ospitare la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico. Oltre all’intervento della rettrice, Giovanna Spatari, sono previsti quelli del rappresentante del personale tecnico-amministrativo, Domenico Quartarone, e della rappresentante degli studenti, Chiara Furlan. Durante la cerimonia, al presidente Mattarella verrà conferito il Dottorato honoris causa in “Scienze delle Pubbliche Amministrazioni”. La laudatio sarà affidata al presidente emerito della Corte Costituzionale, prof. Gaetano Silvestri, che era stato il protagonista dell’inaugurazione dello scorso Anno Accademico, il primo con addosso l’ermellino per la rettrice Spatari. La motivazione del conferimento, invece, sarà enunciata dalla prof.ssa Daniela Novarese, ordinaria di Storia delle Istituzioni politiche e delegata all’Archivio storico dell’Ateneo messinese. Quindi la conclusione della cerimonia, ma anche la summa delle riflessioni e degli approfondimenti della tre giorni, affidata alla lectio doctoralis del presidente della Repubblica. Rtp e Gazzetta del Sud garantiranno una copertura totale dell’evento, con una diretta televisiva e streaming e i relativi approfondimenti sul giornale. «Queste giornate – spiega il prof. Alessandro Morelli – sono dedicate alla celebrazione e ad una riflessione sui 70 anni della Conferenza di Messina. Nella prima giornata la sessione che ha un taglio più specificamente storico mira a definire un bilancio dell'incidenza che ha avuto la Conferenza di Messina in questa prima, problematica fase di avvio del processo di integrazione europea. Autorevoli studiosi della materia si soffermeranno anche sul ruolo e la posizione di Gaetano Martino, allora ministro degli Esteri, che ebbe un peso rilevante sia nell'organizzazione della Conferenza di Messina, sia nel conseguimento dei risultati. Ricordiamo che lì furono poste le premesse per la firma dei Trattati di Roma del 1957. È importante sottolineare, poi, la consapevolezza dell'importanza della dimensione etica e culturale del processo di integrazione europea. Martino propose, tra le altre cose, l'istituzione di una università europea, proprio per integrare e rafforzare una coscienza europea unitaria, e credo che in questo momento recuperare la memoria di Martino e di questa visione così lungimirante sia molto importante per affrontare le tante sfide che l'Unione Europea oggi si trova davanti». Anche il prof. Alessio Lo Giudice si sofferma sull’obiettivo di «vedere quanto lo spirito della risoluzione di Messina, la dichiarazione che i ministri degli Esteri della Ceca riuscirono ad elaborare nel terzo giorno della Conferenza , sia assolutamente attuale e necessario da recuperare per poter innescare ulteriormente il processo di integrazione europea. In quello spirito viene soprattutto enfatizzata la necessità di trovare metodi di integrazione al livello del mercato comune europeo, non a caso è così importante la dichiarazione di Messina. Questo significa occuparsi oggi di alcuni temi essenziali, proprio perché la sensibilità economica va sempre coniugata con la necessità di garantire i servizi sociali ai cittadini a un livello europeo e di alta qualità. E infatti la prima sessione di cui ci occuperemo da un punto di vista strettamente giuridico riguarderà i beni pubblici europei, beni essenziali che riguardano la qualità della vita di ogni cittadino europeo, tra cui l'ambiente e la salute, da coniugare con la necessità di cooperare dal punto di vista finanziario ed economico. Nella seconda sessione, invece, approfondiremo con autorevoli studiosi il tema dello spazio pubblico europeo. Oggi più che mai il tema politico e comunitario ha a che fare non tanto con i singoli Stati, ma con lo spazio europeo, appunto. Lo spirito di Messina è attuale – conclude Lo Giudice –perché recuperandolo possiamo riuscire a sentirci sempre più comunità ad un livello europeo, pubblico, anche in relazione alla qualità sociale della nostra vita».

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