"Noi stiamo bene". E' stata la prima cosa che ha detto Giacomino Drago quando l'abbiamo raggiunto telefonicamente a Los Angeles per farci raccontare l'evoluzione di quell'inferno di fuoco che brucia da giorni la California. La stessa frase che ha ripetuto ogni volta che, sempre al telefono, ha sentito l'anziana madre a Galati Mamertino, dove vive con altri due figli: Pino che lavora in paese e Maria Lucia che insegna a Messina.
"Grazie a Dio adesso il vento si è calmato - ci ha raccontato, ancora scosso per l'emergenza senza precedenti che coi i suoi fratelli si è trovato ad affrontare - e speriamo in ogni istante che nei prossimi giorni non si rialzi. Qui ci sono state e continuano ad esserci decine di migliaia di evacuazioni, come avrete letto e visto anche in Italia. Nella zona in cui siamo noi, Beverly Hills, al momento tutto sembra tranquillo. Tutto tranne le persone, che sono comprensibilmente molto ansiose, sotto choc per quello che hanno appena vissuto. Abbiamo amici che hanno perso ristoranti e tanti clienti che hanno perso casa, io e i miei fratelli siamo qui a supportarli. L'intera città è gravemente ferita, il paesaggio talmente spettrale che sembra ci sia stato un attacco terroristico. E' proprio irreale quello che si vede in giro, la distruzione si è impossessata della bellezza".
I fratelli Drago - oltre a Giacomino negli Stati Uniti ci sono anche Celestino, Tanino, Calogero e Carolina - sono emigrati dalla Sicilia alla scoperta dell'America ormai quarant'anni fa. E lì hanno realizzato sogni e fortuna, inventandosi una catena di ristoranti tipici (10 più il bakery) che tra Beverly Hills, Santa Monica e le colline di l calibro di Hollywood ospita una clientela "speciale" fatta di presidenti (da Trump ai Clinton) e star del calibro di Sharon Stone, Stallone, Dustin Hoffman, Andy Garcia, Frank Mancuso, Al Pacino, De Vito, De Niro, Justin Bieber, Magic Johnson, Djokovic... Sofia Loren. Qualche anno fa ci hanno raccontato la loro storia, gli enormi investimenti (soprattutto in termini di prospettive ed aspettative), tutta la fatica e la determinazione che insieme hanno dovuto mettere sul piatto per raggiungere i risultati che pian piano sono arrivati. Oggi la loro è una realtà multipla ed eccellente. Oggi il loro è un nome alto, un marchio di qualità, un profilo che si è tirato su da sé, trascinandosi oltreoceano la tradizione di quella parte di Nebrodi che guarda alle Eolie. Dove sono nati e cresciuti.
Ed è anche per questa ragione che nei giorni più bui di Los Angeles, in quelle ore divorate dal fuoco che sembrava volersi prendere ogni cosa e ogni vita, loro sono rimasti lì in quella che è la loro seconda patria, a rischiare tutto. Mentre qui, invece, il resto della famiglia attendeva notizie, in bilico tra l'inevitabile preoccupazione e le dovute rassicurazioni.
"E' una tragedia", così l'ha definita Pino. "Io, mia madre e mia sorella siamo rimasti per giorni col fiato sospeso, nella speranza che tra tutte quelle terribili notizie nessuna ci riguardasse personalmente". Poi ci ha detto di Celestino - il maggiore, il pioniere, il Cavaliere del Lavoro -, di come "si sta dando da fare 24 ore su 24 mentre Tanino, Giacomo e Calogero lo aiutano ad aiutare. Ha messo a disposizione il ristorante di Down Town per offrire riparo e un pasto caldo a chi ne ha bisogno. Per lui "Los Angeles, l'America è il mio paese, mi ha dato tanto e non posso non restituire qualcosa. Non si può stare fermi a guardare, bisogna fare l'impossibile".
Danni no, per fortuna i Drago non ne hanno subiti, non materialmente. "Calogero, che vive a Pasadena, è stato particolarmente coraggioso. L'incendio ha lambito la sua casa eppure lui è rimasto lì con la pompa in mano per evitare il peggio. Non sono stati costretti all'evacuazione, hanno avuto un preavviso di allerta ma l'ordinanza non li ha toccati".
Ma il pensiero di tutta la famiglia è stato costantemente rivolto alla mamma, che "è in un momento particolare, sta poco bene e questa cosa l'ha distrutta. Pensa ai figli, ai nipoti che non può proteggere. Pensa al tempo che lei stessa ha trascorso a L. A., a come la ricorda e a com'è diventata. La lontananza è stata ed è dura. Loro, i miei fratelli, ci mostrano le immagini per dimostrare che la situazione è sotto controllo. Ma ancora il pericolo non è scampato e l'apprensione rimane".
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