L’arch. Mirella Vinci lo aveva sottolineato più volte nei mesi scorsi: «Immagino il recupero della Real Cittadella di Messina sul modello della Fortezza di Mdina, a Malta». Dall’1 gennaio Mirella Vinci è andata in pensione, anche se resta in carica fino alla nomina del nuovo soprintendente ai Beni culturali e, in ogni caso, ha avuto affidato dalla Regione l’incarico di commissaria per portare a compimento i progetti avviati, in particolare quelli riguardanti la Cripta del Duomo, la Badiazza e ovviamente anche la fortezza secentesca, simbolo della Zona falcata.
Ed è proprio il modello maltese quello che ha dato lo spunto al pool di professionisti che hanno consegnato alla Soprintendenza il progetto preliminare. Il Raggruppamento temporaneo, che si è aggiudicato il bando della Regione siciliana (l’assegnazione definitiva risale al giugno 2022) è composto dalla “Sfea Srl” (mandataria), insieme con l’architetto Giovanni Lazzari, la “Cga Associati”, il geologo Filippo Cappotto e l’archeologo Letterio Giordano. I professionisti, come detto, si sono mossi nell’ambito delle indicazioni del “Dip”, il “Documento di indirizzo alla progettazione” redatto dalla Soprintendenza e approvato dalla Giunta regionale. La spesa complessiva per la progettazione è di un poco più di un milione, quella prevista per il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione della Real Cittadella è di 17 milioni 626mila euro.
Gli elaborati progettuali sono stati consegnati solo all’inizio del nuovo anno per responsabilità non attribuibili al Raggruppamento né alla direzione lavori, affidata alla stessa Soprintendenza. Il problema, come più volta raccontato dal nostro giornale, è stato causato dalla presenza di abusivi all’interno della fortezza. L’accesso alle aree, da parte dei progettisti, è stato impossibile fino a poco tempo fa, quando finalmente si è proceduto allo sgombero anche dell’ultimo occupante. I tecnici hanno lavorato utilizzando i droni e hanno effettuato i rilievi necessari, ultimando il progetto preliminare.
L’obiettivo è semplice, da un lato, e ambizioso, dall’altro. Semplice perché si tratta, in fondo, di riqualificare una delle più preziose porzioni di territorio, valorizzando quei beni monumentali lasciati per decenni all’abbandono e al degrado. Ma è proprio qui che il disegno diventa ambizioso, quasi una sfida alla rassegnazione e all’inerzia che hanno caratterizzato la nostra città su molti fronti, ma soprattutto su quello della Falce, innocente agnello sacrificale alle scelte scellerate compiute nel passato. La Real Cittadella, nella visione dei progettisti, sarebbe inserita in una splendida Passeggiata nel verde, tra alberi e nuovi essenze, laghetti, spazi destinati alla musica live (interni ed esterni), fontane, ma anche luoghi di ristoro, bar, negozi e aree fitness. Interventi compatibili con quanto previsto dal Piano regolatore portuale per la Falce e con una strategia generale di sviluppo turistico e culturale sostenibile. Al suo interno, sale espositive. Sulla base di uno studio della Soprintendenza, la Real Cittadella, recuperata, valorizzata e collegata agli altri beni monumentali della Falce (la cinquecentesca Lanterna del Montorsoli, il Forte San Salvatore, oltre ai giardini dell’Istituto Talassografico), avrebbe un effetto importante come richiamo per migliaia di visitatori, compresi i tantissimi croceristi che sbarcano a Messina. Per la Falce il 2025 sarà un anno decisivo. Nel giro di uno o due mesi dovrebbero finalmente decollare gli interventi di bonifica dei siti contaminati, utilizzando i fondi messi a disposizione dal Cipess, che il 15 ottobre 2024 ha deliberato lo stanziamento di 20 milioni di euro.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia