Finiscono sotto processo il sindaco e due tecnici del Comune di Forza d’Agrò, accusati della cattiva gestione del depuratore fognario della frazione Scifì. La giudice dell’udienza preliminare Ornella Pastore ha infatti rinviato a giudizio il primo cittadino Bruno Miliadò, il responsabile dell’Area Tecnica Salvatore Lombardo e il suo predecessore Sebastiano Stracuzzi per la vicenda legata al sequestro dell’impianto di smaltimento dei reflui effettuato nell’agosto 2022 dalla Guardia di finanza di Taormina. Il processo a carico dei tre, difesi dagli avvocati Salvatore Gentile, Fabio Di Cara e Felice Di Bartolo, si aprirà il prossimo 4 marzo. Sindaco e tecnici sono accusati, in concorso tra loro, del reato di inquinamento ambientale «perché nelle rispettive qualifiche (Miliadò di sindaco, Lombardo di responsabile dell’Utc dall’1 gennaio 2022 e Stracuzzi fino al 31 dicembre 2021), abusivamente cagionavano un deterioramento significativo e misurabile delle acque della fiumara di Agrò e delle zone ad essa adiacenti, facendo realizzare un sistema di scarico di reflui fognari non trattati»; del reato di getto pericoloso di cose perché «con la condotta di cui al capo a) dell'imputazione versavano in luogo pubblico cose atte ad offendere le persone, segnatamente reflui fognari non trattati».