Vincono anche in Cassazione tre dipendenti Asu del Comune di Roccalumera che negli anni scorsi hanno presentato ricorso contro l’ente e contro l’Inps, ritenendo di fatto di essere state destinate a svolgere funzioni corrispondenti ai posti in organico e chiedendo la conversione dei contratti in rapporti a tempo indeterminato o il risarcimento del danno in misura pari alle differenze fra la retribuzione spettante ai dipendenti e il trattamento assistenziale loro erogato, con la condanna del Comune alla regolarizzazione previdenziale mediante versamento della contribuzione all’Inps. In primo grado il Tribunale di Messina aveva disatteso la domanda di conversione del rapporto a tempo indeterminato – e conseguentemente la domanda di ricostruzione della posizione retributiva e contributiva - condannando il Comune solo al risarcimento dei danni quantificandoli in dieci mensilità, ma la svolta è arrivata con la sentenza del 2023 della Corte d’appello, che seppur abbia escluso la possibilità di procedere alla stabilizzazione, ha ritenuto che alle tre dipendenti spettino anche, in aggiunta al danno da abusiva reiterazione di contratti a termine, il trattamento retributivo e previdenziale e la progressione economica per anzianità riconosciute al personale di ruolo dalla contrattazione collettiva, con la condanna del Comune alla corresponsione delle differenze retributive. Verdetto adesso divenuto definitivo, visto che la Cassazione ha giudicato inammissibile il ricorso presentato dal Comune, difeso dall’avv. Carmelo Saitta.