Messina

Giovedì 19 Dicembre 2024

Ponte sullo Stretto: confermate le cifre del Def, il costo raggiunge 13,5 miliardi

«Stiamo ultimando il Piano economico-finanziario, definendo gli atti aggiuntivi con il General contractor, lavorando alle indicazioni fornite dalla Conferenza dei servizi e dalla Commissione Via-Vas del ministero dell’Ambiente. Siamo sul binario giusto per arrivare all’approvazione da parte del Cipess. Poi, se la riunione del Comitato interministeriale si terrà tra Natale e Capodanno o all’inizio del 2025, cambia poco o nulla. L’aspetto che più ci conforta è che stiamo seguendo, nella progettazione di un sistema di opere così complesso, una programmazione rigorosa, passo dopo passo, superando di volta in volta tutti gli step previsti». Pietro Ciucci interviene ancora una volta per fare il punto sulle procedure e per chiarire anche alcuni passaggi sui quali non sembra esserci chiarezza, per l’accavallarsi di una serie di notizie, lanci di agenzia, dichiarazioni polemiche, che rendono ancor più complicata una vicenda già di per sé non semplice. La questione finanziaria «Quest’opera, a differenza di altre nel passato avrà l’intera copertura finanziaria», ribadisce l’amministratore delegato della “Stretto di Messina”. «Il Piano-economico finanziario è relativamente facile da redigere, riguarda più l’andamento dei costi di gestione e manutenzione nel periodo successivo all’apertura. Per il resto abbiamo la conferma dell’importo che è di 13,5 miliardi di euro». Ed è su questo punto che Ciucci intende sgombrare il campo dagli equivoci: «Nel 2024 per il progetto Ponte gli stanziamenti previsti ammontavano a 12 miliardi di cui 11,63 coperti dal disegno di legge di Bilancio per il 2024 e 370 milioni tramite risorse dell’aumento di capitale della “Stretto di Messina”. Nel dettaglio, 9 miliardi 312 milioni sono a carico dello Stato; 718 milioni dai Fondi Sviluppo e Coesione (Amministrazione centrale); 1 miliardo 600 milioni di euro dai Fondi Fsc di Sicilia e Calabria, di cui 300 milioni stanziati dalla Regione Calabria e 1,3 miliardi dalla Regione siciliana. In più, ci sono i 370 milioni di euro che fanno parte dell’aumento di capitale da parte della società “Stretto”. Arriviamo, dunque, a 12 miliardi. Il valore aggiornato, a valle anche della definizione degli accordi con tutti i diversi affidatari, è pari a 13,5 miliardi, come risultava dal Def 2024. Pertanto ai fini della copertura complessiva del valore dell’opera occorrevano risorse aggiuntive pari a 1,5 miliardi. Ed ecco che si arriva alla copertura finanziaria per il 2025, con la manovra che dovrà essere approvata dal Parlamento: abbiamo 6 miliardi 962 milioni (bilancio statale), più 4 miliardi 600 milioni dei Fondi Fsc (amministrazione centrale, cioè 3 miliardi 882 milioni più 718 milioni), più 1 miliardo 600 milioni Fondi Fsc delle due Regioni. E si arriva a 13 miliardi 130 milioni di euro. A questi, infine, si aggiungono i 370 milioni stanziati dalla “Stretto”. Ecco, dunque, la cifra reale: in totale 13 miliardi 532 milioni di euro». I cantieri e la viabilità «Saranno interventi complessi, nessuno lo nega. D’altra parte, guardate Roma, la capitale: interessata da centinaia di cantieri legati al Giubileo o ad altre opere programmate, come la Metropolitana sotto piazza Venezia, lavori che dureranno non meno di 10 anni. Ma a Messina e in Calabria non ci sarà nessuna paralisi. Sin dal 2011 il progetto definitivo, corredato da più di 1000 elaborati sull’argomento, tiene conto degli aspetti relativi alla cantierizzazione, studiandone anche itinerari, trasporti e traffici. I cantieri principali, come quelli di Ganzirri e Cannitello, saranno dotati di una viabilità esterna al perimetro di cantiere. Inoltre, prima dell’inibizione al traffico di strade esistenti (quali la via Circuito o la salita Frantinaro) saranno realizzate viabilità alternative, senza quindi interrompere la continuità dell’itinerario o precludere l’accesso alle vie di comunicazione né ovviamente alle proprietà private. Il progetto prevede che le terre e i materiali non riutilizzati direttamente in sito vengano trasportati prevalentemente via mare utilizzando appositi pontili, oltre che su gomma. Nell’attuale fase – prosegue Ciucci –, così come nella successiva di progettazione esecutiva, tenendo anche conto delle segnalazioni pervenute dalle Amministrazioni nell’ambito dei procedimenti in corso (ambientali e di Conferenza di servizi), sono previsti approfondimenti mirati a migliorare ulteriormente le soluzioni di trasporto e viabilità previste, così da diminuire ancor di più le interferenze». L’inquinamento C’è chi si chiede come sia stato possibile non aver inserito nel progetto definitivo la stima sulle emissioni inquinanti. «È un’affermazione falsa – replica l’ad della “Stretto” –. A livello complessivo, tenuto conto dei trasferimenti modali in favore della ferrovia e della produzione derivante dall’attività dei cantieri dell’opera, nell’arco temporale 2024-2064, si stima una riduzione di 12,8 milioni di tonnellate di Co2. L’attività di monitoraggio ambientale, territoriale e sociale per le fasi “ante operam”, di costruzione e di esercizio (“post operam”), che rappresentano un fondamentale strumento di controllo concernente le ricadute territoriali, ambientali e socioeconomiche, consentiranno alla “Stretto di Messina” di vigliare sulle attività del Contraente generale e di verificare in tempo reale l’efficacia delle misure mitigative progettate e messe in atto. Lo andiamo ripetendo da mesi e mesi, poi non possiamo farci nulla se c’è chi non crede alle nostre affermazioni». I tavoli territoriali Secondo Ciucci, i “tavoli Ponte” «stanno svolgendo un importante lavoro di raccordo con il tessuto produttivo di Messina, Villa e Reggio, con l’obiettivo di prepararsi a sviluppare l’offerta generata dai cantieri. E voglio aggiungere un dato, passato inosservato: nella manovra finanziaria è stato approvato un emendamento che stanzia 500 milioni di euro per opere complementari, che non fanno parte di quelle compensative già inserite nel progetto. Con questo mezzo miliardo di euro si potranno realizzare alcuni degli interventi proposti dagli Enti e dalle comunità locali». Via-Vas, Vinca e Cipess L’ad della “Stretto” rivendica con orgoglio il risultato raggiunto: «Stando a quanto si scrive e si legge, sembrerebbe che il progetto definito sia stato bocciato. E invece la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via-Vas del Mase ha espresso parere positivo di compatibilità ambientale e questo è già un risultato straordinario. Un parere certamente condizionato all’ottemperanza di 62 indicazioni ambientali, da attuare in sede di progettazione esecutiva. In particolare, nell’ambito della Vinca, la condizione ambientale numero 1 del parere indica che, con riferimento a tre siti protetti (dei 15 interessati dall’opera), la Valutazione di incidenza è risultata negativa. Pertanto, la Commissione ha prescritto alla “Stretto di Messina” di espletare quanto previsto dalla Direttiva “Habitat” europea. In linea con questa prescrizione, stiamo predisponendo tutta la documentazione necessaria, comprensiva di un piano di maggior dettaglio delle misure compensative, che l’Autorità competente per la Vinca, cioè il Mase, provvederà a trasmettere alla Commissione europea. Questo iter è necessario per completare la documentazione da portare all’approvazione del Cipess. Siamo già in avanzata fase di definizione di tali atti, che confidiamo di poter inviare a breve. Il nostro obiettivo è portare sul tavolo del Comitato interministeriale una documentazione completa in tutti i suoi aspetti, così da poter essere approvata, passando alla fase realizzativa dell’opera». Le dichiarazioni di Salini Ha fatto riferimento al Ponte anche l’amministratore delegato di Webuild, il Gruppo che guida il Consorzio Eurolink. «Aspettiamo gli ordini, noi siamo soldati. Certo ci piacerebbe farlo e per una ragione che non è squisitamente economica – ha dichiarato nel suo intervento alla Conferenza nazionale dell’export e dell’internazionalizzazione delle imprese all’Università Bocconi di Milano –. Fare il Ponte di Messina per l’Italia non significa far fare un bel lavoro a Webuild. Oggi c'è un grande mercato in espansione e non riusciamo a stare appresso a quello che c'è da fare perché la gente nel mondo vuole migliorare la propria qualità di vita e quindi ha bisogno di infrastrutture. Non c'è un momento nel passato in cui questo tema delle infrastrutture sia stato più forte. Il Ponte rappresenta una vetrina straordinaria dell’intero Paese. Dobbiamo pensare a cosa vendiamo, oltre al sogno della bellezza del nostro passato. Questa è stupenda, ma dobbiamo sempre paragonarci alla realtà. E saper raccogliere le sfide».

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